Omelia (24-02-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 20,17-19

"In quel giorno, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà."

Mt 20,17-19


Come vivere questa Parola?

Gesù si avvicina sempre di più alla sua Passione e sente il bisogno di vicinanza, di confidenza, di conforto. Prende in disparte i suoi più intimi e condivide la sua pena, la sua "paura".

Purtroppo, la reazione dei Dodici e della madre dei figli di Zebedeo è assurda e pone al centro un sogno di grandezza e di ambizione in contrasto con la realtà della croce, valore essenziale del cristiano. Al termine di una discussione a basso livello, di fronte all'ottusità dei più intimi, Gesù chiarisce ancora una volta lo stile di chi vuole seguirlo: "colui che vorrà essere primo tra voi si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".


Oggi, in un momento di silenzio, rifletterò così: Giacomo e Giovanni, attraverso la loro madre, chiedono a Gesù un posto autorevole, io che cosa chiedo a Gesù nella preghiera?


La voce di Papa Benedetto XVI

"Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l'uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi."


Sr Graziella Curti, FMA - curtigrazia@gmail.com