Commento su Lc 4,25
"In verità io vi dico: C'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei messi e ci fu una grande carestia in tutto il paese, ma a nessuna di esse fu mandato Elia se non a una vedova da Sarepta di Sidone"
Lc 4,25
Come vivere questa Parola?
Gesù, anche qui, è la personificazione della libertà coraggiosa che si staglia nettamente da un mondo gremito di gente codarda e legata da troppi interessi solo materiali.
Qui, di fronte ai suoi acerrimi nemici nella sinagoga della sua Nazareth, prende posizione nei confronti di tutte le chiusure "colorate" di amor patrio.
- La vedova, che il profeta Elia soccorse con tanto cuore nel tempo della grande carestia, non era israelita ma apparteneva a Sarepta in un territorio siro fenicio di gente, tra l'altro, ostile agl'Israeliti.
- Naaman, il lebbroso sanato dal profeta Eliseo, era egli pure un siriano non un israelita. Gesù vuol mettere in luce l'importanza di demolire muri e spalancare cancelli. Non c'è nazionalismo o fede politico religiosa che possa tenerli chiusi.
- Là dove Gesù porta la salvezza di Dio, l'uomo anche oggi avverte che regna la libertà di amare, di soccorrere, di far crescere, mai quella di dividere e arroccarsi in posizioni di chiusura.
Signore, dammi un cuore spalancato ad accogliere ognuno, rispettandone l'identità sia religiosa che politica etnica e sociale. Sia in me l'amore e l'identità di fratello e sorella universale.
La voce di un grande pensatore
"Se la misericordia di Dio è tanto grande da istruirci in modo salutare anche quando si nasconde nelle per esempio (nelle pagine del Vangelo), quale luce dobbiamo aspettarci quando si rivela a noi?"
B. Pascal
Sr Maria Pia Giudici, FMA - info@sanbiagio.org