Omelia (04-03-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Os 14,4-6

"Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più "dio nostro" l'opera delle nostre mani, perché presso di te l'orfano trova misericordia". "Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro. 6Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano,..."

Osea 14,4-6


Come vivere questa Parola?

I popoli che abitavano le regioni confinanti con il popolo ebreo erano idolatri e Assur era appunto una divinità cara agli abitanti della Siria.

Il profeta Osea afferma qui chiaramente che non c'è da attendersi salvezza da idoli creati dagli uomini. Sì venivano fabbricati manualmente: scolpiti nella pietra e nel legno gli idoli di tutta quella gente. Ed è bello che il profeta Osea presti la sua voce al vero Dio che si rivela manifestando la sua grande misericordia. Le espressioni sono rivelatrici della tenerezza di Dio che è non solo paterna ma materna. Dopo aver detto infatti che li guarirà da quella malattia mortale che è l'infedeltà, promette loro un amore così profondo che non potrà vanificarsi. La promessa poi di un amore impossibile a banalizzarsi è resa da un'immagine che ha la leggerezza e la delicatezza della rugiada sull'erba del prato.


Signore, Ti prego, guarisci le ferite: residuo dei miei peccati. Coltiva in me un cuore semplice e buono che, come l'erba del prato, si apre al bacio vivificante del Tuo essermi perfino rugiada.


La voce di Papa Francesco

"Ogni cristiano è missionario nella misura in cui testimonia l'amore di Dio. Siate missionari della tenerezza di Dio!"


Sr Maria Pia Giudici, FMA - info@sanbiagio.org