Omelia (06-03-2016) |
don Luciano Cantini |
La musica e la danza Un uomo aveva due figli Tutta la parabola si impernia intorno a quest'uomo che fin da subito si rivela Padre di misericordia. I due figli non sono protagonisti ma sono segno dell'atteggiamento costante dell'uomo che provoca l'amore del Padre, fa scaturire una Misericordia senza limiti che si fa incontro a ciascuno. Infatti il Padre all'uno gli corse incontro e uscì per l'altro, per ciascuno ha una parola e un atteggiamento che fa trasparire il suo cuore. Gli atteggiamenti dei figli, invece sono diametralmente opposti, sembra non volersi incontrare; ambedue tornano: Il figlio minore è tornato dalla miseria e dalla disperazione dopo aver toccato il fondo della dignità umana, il maggiore torna dai campi, dalla assiduità dell'impegno, dalla responsabilità del lavoro. Il primo ha sperimentato la schiavitù da una presunta libertà, il secondo è rimasto schiavo dell'obbedienza formale. C'è chi ha sete di libertà e ingurgita di tutto senza rendersi conto che la vera libertà non consiste nel fare quello che si vuole ma soltanto quello che ci permette di mantenerci liberi. Nel nome della libertà si accampano diritti come quella parte di patrimonio che mi spetta. Si soffoca la libertà proprio in nome di essa. Di contro c'è chi è ligio alle regole da diventarne succube, incapace di vedere la libertà che già possedeva. L'uno e l'altro sono diventati schiavi di se stessi, di una libertà gettata via o di una libertà mai capita. Il figlio minore decide di tornare dal "padre" e di mettersi nelle sue mani anche come garzone, l'altro torna a "casa" ma la sua diffidenza nei confronti del padre è così preconcetta che, insospettito, cerca informazioni e non entra. Questi due ritorni sono "paralleli" proprio perché sembrano non volersi incontrare.
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