Commento su Mt 26, 14-16; 21-24
«Uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: "Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù» [...]. Mentre mangiavano, disse: "In verità in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". Ed egli rispose: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà". Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
Mt 26, 14-16; 21-24
Come vivere questa Parola?
Come dicevo ieri nella lectio, la liturgia della Parola della Settimana santa ci propone varie volte la figura inquietante e tenebrosa di Giuda, il traditore. E anche oggi non è da meno. Questo ci serve da severo ammonimento su quanto può succedere anche ad un Apostolo, come Giuda, che per tanto tempo è stato alla scuola del Maestro, ha ascoltato la sua Parola e ha goduto della sua amicizia. Tradire Gesù non è poi così difficile come sembra: basta non credere al suo Amore, non lasciarsi amare e perdonare da Lui i nostri piccoli o grandi tradimenti e seguire il nostro orgoglio.
Più sotto mi piace riportare una citazione un po'più lunga del solito, tratta da un'omelia di Don Primo Mazzolari divenuta celebre (che si può reperire facilmente su internet: ne raccomando la lettura integrale).
La voce di Don Primo Mazzolari
«E adesso lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il sacerdote all'ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici».
Don Primo Mazzolari, (dall'omelia tenuta il Giovedì santo a Bozzolo nel 1958)
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it