Omelia (20-03-2016) |
Omelie.org (bambini) |
Siamo orami arrivati ad un passo dalla festa per eccellenza. La domenica delle Palme infatti apre quella che è la settimana più intensa per i cristiani. Non è semplice trovare parole per spiegare un concentrato di avvenimenti così forti e carichi di mistero. Sono momenti da contemplare, attimi in cui riportare al cuore i gesti di Gesù che più toccano le corde del nostro cuore e più ci smuovono dentro. Insieme a questo "compito" per niente facile, potremmo provare ad immedesimarci in qualcuno dei personaggi vicini a Gesù e a cercare di analizzare il suo comportamento e trovare i punti di vicinanza con il nostro. Nella lettura del Vangelo di questa domenica mi ha sempre colpito l'immagine della folla, della gente che segue e aspetta Gesù alle porte di Gerusalemme osannandolo come il Messia e il "Figlio di David"e che poi, pochi giorni dopo, chiede a Pilato di crocifiggerlo per liberare Barabba. Impressionante eh?! Ho sempre visto una certa debolezza in questo: nel carattere, nel sentimento e nella scelta da parte della folla. L'ho sempre reputata un "volta bandiera", pronta ad andare lì dove fa più comodo. Certo, non è detto che tutti quelli che aspettavano Gesù alle porte di Gerusalemme, fossero anche presenti da Pilato chiedendo la condanna di Gesù. Ma è verosimile che almeno per alcuni sia accaduto, se pensiamo che anche i suoi amici più cari sono stati capaci di tradirlo e di scappare, e proprio nel momento il cui Lui aveva più bisogno di loro! Tutto questo, se lo riportiamo a noi e alle nostre piccole esperienze quotidiane, forse lo troviamo molto più presente di quanto immaginiamo. Se pensiamo alle volte in cui, in un litigio, ci viene più semplice schierarci con chi è più forte o ci fa più paura, e allontanare chi sta in silenzio e non riesce a difendersi. Oppure a quelle volte in cui facciamo finta di non aver visto o di non sapere chi ha ragione per poterlo difendere. Insomma può essere facile ritrovarsi in situazioni in cui cambiamo facilmente bandiera, e da amici del nostro compagno di gioco, arriviamo ad essere completamente estranei a ciò che gli succede. Certo possiamo dire che il nostro amico non finirebbe in croce a causa del nostro comportamento, al massimo si prenderebbe una sgridata dalla maestra o dalla mamma. E' vero che non è proprio la stessa cosa, ma può darci un'idea di quanto sia facile lasciare che le paure prendano il sopravvento e ci venga di scegliere la strada che sembra più comoda e in discesa, anche se non è quella giusta... Beh, alla folla sarà accaduto questo: aveva riconosciuto quale fosse la verità, la bellezza di accogliere il Signore per quello che era, cioè il Messia, il loro Salvatore, ma poi davanti al tradimento di uno dei suoi e al silenzio di Gesù, alla sua non forza e non voglia (incomprensibile agli occhi della folla) di liberarsi e di mostrare tutta la potenza del Dio di cui tanto aveva parlato e manifestato le opere; di fronte a tutto ciò era più semplice ascoltare le voci di chi smonta tutto ciò in cui hanno creduto e sperato perché non si è realizzato come lo immaginavano e quindi.. arrivare addirittura a gridare "crocifiggilo!" oppure, comunque, scappare via... Ma in tutto questo, allora, dov'è la speranza e la bellezza di questo Vangelo? Ad una prima lettura sembrerebbe un Vangelo da perdente, da uno che ha raccontato un sacco di frottole... Ma è davvero così? E' veramente questo il cuore di una storia che va avanti da millenni e che ha riunito persone di ogni lingua, nazione e tradizione? Forse non è proprio così, forse un'altra volta è necessario non leggere questi momenti con l'ottica dell'uomo ma provare ad avere lo sguardo che ha avuto Dio; uno sguardo di grande amore e perdono. Lì dove noi vorremmo la giustizia, Gesù lascia che tutto avvenga e resta in silenzio; lì dove i cori avrebbero potuto dire la verità e liberare Gesù, Lui lascia che il silenzio parli e che Pilato compia ciò che deve, perché si realizzi il più grande dei misteri, che è la più grande delle liberazioni, ovvero la salvezza di tutti: da quelli che sono rimasti con Gesù fino all'ultimo, a quelli che lo hanno abbandonato, tradito, rinnegato... Questo è il grande messaggio che ci lascia questo brano: il Signore è talmente più grande dei nostri piccoli tradimenti e delle nostre povertà, che le prende su di sé, per liberarci da pesi che noi non riusciremmo a portare, da fatiche ed errori che non riusciremmo a perdonarci. Lui, nel silenzio, accoglie tutto su di sé e alleggerisce le nostre spalle. Questo proviamo a contemplare in questi giorni: un folle amore che si carica tutto per darci l'opportunità di camminare con più leggerezza. Ecco perché spiegare una cosa così grande non è facile. Forse in alcuni momenti abbiamo la fortuna di sentirla nel cuore come la grande gioia di sentirci amati e accolti per ciò che siamo. Mentre contempliamo e ringraziamo il Signore per questa cosa, prepariamoci a gustare la gioia della resurrezione e di una nuova vita da salvati. Buona domenica delle Palme! Commento a cura di Elisa Ferrini |