Omelia (20-03-2016) |
don Roberto Rossi |
Benedetto il Signore che viene a salvarci nella sua misericordia La celebrazione di oggi è una preparazione immediata alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la preghiera, la penitenza e le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per compiere pienamente la sua opera di salvezza del mondo intero, per vivere il mistero e la grazia della sua morte e resurrezione, per offrire tutto se stesso come sacrificio e dono per tutti gli uomini, per ogni uomo. Nel mistero e nella grazia della Pasqua Gesù è veramente il volto della misericordia del Padre, colui che ci porta l'infinito amore di Dio che ci salva. La liturgia ci invita ad accompagnare con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa e a chiedere la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione. E' un fatto bello e importante che molta gente, le folle, i giovani, i ragazzi, i bambini sappiano accogliere con gioia e festa grande Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme. Gli fanno festa, lo accolgono con segni di gioia, coi rami di ulivo e i loro mantelli, proclamano la loro attesa e la loro fede: Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! E' una festa di fede. Si sente la gioia e la fortuna della fede, non si bada e non ci si lascia intimorire da chi sta tramando contro Gesù. E' la fede del popolo, è la fede degli uomini, delle donne, dei giovani. I bambini capiscono e vivono con spontaneità e immediatezza questo amore a Gesù il Signore, perché la loro innocenza è come un lago pulito che rispecchia ciò che viene dall'alto. Com'è la nostra fede? la mia Fede? So vivere la gioia della fede? la festa della fede? C'è tanta gente che accoglie il Signore, tante folle, tanti popoli: so vedere tutto questo bene? So entrare in questo popolo di Dio? Oppure mi lascio influenzare da chi è dall'altra parte, mi lascio intimorire, perché il mondo, manipolato e schiavo nei suoi peccati, si illude di trovare gioia e salvezza nelle cose materiali, nell'egoismo, finendo per macchiarsi delle più assurde manifestazioni di male? Siamo chiamati ad accogliere il Signore, a vivere la fede come dono, il nostro attaccamento al Signore, la nostra gioia profonda, il nostro amore al Signore e ai fratelli come impegno che dà senso vero a tutta la vita. La lettura della passione del Signore ci apre a vivere l'intera settimana santa non nella distrazione, ma nella santificazione, nel contemplare l'amore infinito di Dio così come lo vive Gesù nella sua passione e morte, nell'adorare il Figlio di Dio che non si impone, ma ama e dona se stesso, nel lasciarci riconciliare e salvare, salvare veramente, dal perdono e dalla misericordia di Dio, meritati per noi sulla croce e nella potenza della risurrezione. |