Omelia (25-03-2016)
padre Paul Devreux


Oggi contempliamo lo spettacolo della Passione, tramite la quale Gesù vuole manifestarci la Buona Notizia: Dio ama l'uomo di un amore infinito. La risurrezione sarà solo la conferma di ciò, e il segno che un amore cosi grande non può morire; è più forte della morte.


La condanna è il frutto di una vera e propria congiura. Non c'è nessun fondamento giuridico per condannarlo. Gli accusatori si arrampicano sugli specchi, ma ottengono ciò che vogliono facendo leva sulla paura di Pilato.

I capi, a loro volta, lo fanno condannare, perché hanno paura di Gesù. Hanno paura che faccia nascere una sommossa popolare, che porti ad un bagno di sangue.


La Passione è un duello tra la paura e l'Amore.


Anche oggi il Vangelo, l'annuncio dell'Amore di Dio per l'uomo, è ostacolato dalle paure e ne fà esperienza chi lo annuncia e lo promuove, ma l'Amore è più forte. Anche se lo cacci dalla porta, rientra dalla finestra.


Gesù non ama la sofferenza, ma ci si sottomette per dimostrare che Dio ama cosi tanto l'uomo da accettare perfino che suo figlio, e quindi anche lui, sia rifiutato. Preferisce essere rifiutato che rifiutare, essere condannato che condannare, essere ucciso che uccidere. E' malgrado questo c'è ancora chi pensa che Dio manda delle prove e dei castighi! Ma cos'altro deve inventarsi per convincerci che ci vuole bene?