Omelia (27-03-2016)
don Roberto Rossi
Pasqua: Cristo mia vita è risorto

Viviamo questa Pasqua nell'anno della Misericordia, al centro ormai dell'anno della Misericordia.
Molte persone hanno vissuto e stanno vivendo giorni di afflizione per i gravi problemi del terrorismo, delle guerre, delle violenze che causano tanti mali nella nostra umanità.
Penso che non serva tanto esprimere rabbia, invocare castighi e morte, ma che sia molto più opportuno implorare la misericordia di Dio per tutta l a nostra umanità; credere a Dio, alla sua presenza, al suo amore, alla sua compassione: invocare e credere che Lui ci può e ci vuole salvare, se ci lasciamo salvare. Dice la Bibbia: Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori, se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Il nostro bene è stare vicino a Dio, lontano da Lui la vita perisce. La nostra società consumistica, opulenta e secolarizzata, ha voglia di aggrapparsi a Dio, di metterlo a fondamento vero del suo costruirsi? Io ho voglia di costruire la mia vita, la mia famiglia, la mia opera educativa, su quella roccia di salvezza che è il Signore? Su quel maestro e Signore che è Gesù risorto e vivente?
La misericordia: l'abbiamo implorata e accolta nella fede e nei sacramenti, specie nel sacramento della Riconciliazione. Ma forse quest'anno abbiamo confessato "i soliti peccati", forse piccole cose, in forma abitudinaria o scrupolosa.
Prepariamoci per il prossimo anno a confessare e a implorare misericordia per tanti altri peccati di cui il papa vuol farci consapevoli e coscienti, in tutto il nostro rapporto col prossimo, coi poveri della terra; nella presa di coscienza dei veri problemi del mondo e soprattutto delle cause di questi problemi, come l'indifferenza, il poco rispetto del creato, l'incapacità di affrontare e risolvere le situazioni difficili della maggior parte dei popoli della terra. Occorre costruire sempre di più la vita cristiana sulla Parola di Dio e sui grandi documenti di papa Francesco come la Evangelii Gaudium e il Laudato sii.
Non è per seminare peccati in più, ma per farci sentire l'importanza della nostra responsabilità e le grandi possibilità che abbiamo di costruire davvero, non a parole ma con i fatti un mondo migliore.
Allora diventiamo "misericordiosi come il Padre", credenti in Cristo risorto, che è morto perché tutti abbiano la vita, non solo nei cieli, ma anche sulla terra.
Gesù Cristo è risorto! L'amore ha sconfitto l'odio, la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre!
Noi siamo chiamati ad accogliere la misericordia e a vivere la stessa misericordia verso tutti i fratelli, specie i più miseri. Siamo chiamati a vivere la speranza (non lasciatevi rubare la speranza, dice il papa), a vivere l'amore, che è l'unica cosa bella e buona che esiste, nelle famiglie, lei luoghi di lavoro, nell'intera società.
Con la sua morte e risurrezione Gesù indica a tutti la via della vita e della felicità: questa via è l'umiltà, è il servizio.
Il mondo propone di imporsi a tutti costi, di competere, di farsi valere... Ma i cristiani, per la grazia di Cristo morto e risorto, sono i germogli di un'altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi.
La luce, la grazia e la pace vera di Gesù Signore la imploriamo per noi e per quanti Dio ci ha donati come prossimo, vicini o lontani.