Omelia (27-03-2016) |
don Luca Garbinetto |
Profumi di risurrezione Il sepolcro è vuoto! Lui non c'è più! Mi par di vederti, Maria, mentre corri verso la Chiesa acerba, Pietro e gli altri, travolta da un miscuglio di sentimenti dentro, mentre la mistura di oli e profumi è rimasta là, ormai inutile e superflua. D'altronde, non ricordi? Il corpo del tuo Signore porta ancora in sé il profumo di nardo di Betania, con cui una donna come te aveva preparato questi momenti. Il corpo del tuo Signore era intriso di Amore, Maria: per questo non poteva restare chiuso dentro quel sepolcro. L'Amore non può essere contenuto. Quando si compie, l'Amore trabocca, oltrepassa i limiti e le aspettative, stupisce con aromi di vita nuova. Il sepolcro è vuoto: difficile da credere! Per tutti: per te e gli apostoli, Chiesa primitiva ormai prossima a nascere, e per noi, Chiesa attuale che continua a correre verso il Signore sulla scia dei profumi lasciati da voi e da tanti altri nel corso dei secoli. Il vostro profumo di cristiani, unti della fragranza della fede, la vostra testimonianza ci attrae, ci invita, ci fa alzare e correre ancora, sebbene spesso le ginocchia siano infiacchite. La fede vi ha portato oltre, accanto all'Amore. L'assenza del volto di Lui, che avevate visto ucciso e crocifisso per noi, vi ha condotto alla certezza della Sua presenza. La carne ora è trasfigurata, resa gloriosa nello Spirito: lo scoprirete poco a poco. Ciò che è certo, però, è che non può essere stata trafugata, perché la pietra pesante è tolta, mentre il sudario è accuratamente appoggiato in un luogo a parte. Una mistura di potenza e di tenerezza. È risorto! È una certezza e un grido che si impone nel cuore di chi ama. Perché solo la forza di Dio può spingere via con determinata risolutezza la roccia che sbarra il passo alla vita, e allo stesso tempo spendere lunghi istanti a sistemare delicatamente le stoffe che hanno asciugato il sangue del volto di Gesù. Divinità e umanità si incontrano, anche nel momento cruciale. Quando la vita sconfigge definitivamente la morte, Dio si manifesta nel Figlio che, alzandosi dai morti, mostra la sua eterna cura per i vivi. È risorto! Il sepolcro è vuoto, il sudario ‘avvolto in un luogo a parte'! Nella corsa affannosa dei discepoli, con te, o donna, intravediamo la nostra scomposta ricerca di Lui, e l'invocazione mista di timore e di speranza con cui spesso, e forse anche oggi, ci rivolgiamo a Dio. La nostra, come la tua anima, è una mistura di tensioni e contraddizioni; il nostro, come il tuo spirito, è stato lacerato da ‘sette demoni', il peso del peccato che divide dentro e rompe le relazioni. Ma è proprio nella guerra del nostro cuore, vera radice di ogni altra guerra, che percepiamo con te la verità: Colui che pensavamo non trovasse dimora in essa, con la Sua mancanza dice invece di prendersene cura, per guarirla e pacificarla. La pace del Risorto è la promessa di questo santo mattino, alba di nuovi profumi primaverili. A noi, come a voi, testimoni semplici e credibili, è chiesto solo di chinarci e vedere. Le ginocchia infiacchite ora si piegano per fede, davanti a Colui il cui Nome è al di sopra di ogni altro Nome. Piegare le ginocchia e lasciar libero corso alle lacrime, per riconoscere il Suo sguardo di misericordia, è la via per ritrovare vigore e riprendere la corsa nella vita. Non più affranti da i sensi di colpa del passato né ansiosamente smarriti a cercare una garanzia di futuro, ma fermamente ancorati alla certezza del presente abitato per sempre e divenuto eternità. Cristo è risorto, è veramente risorto! Anche il sepolcro più intimo della nostra miseria, dove pareva potessero stare soltanto odori di morte, è invece arieggiato e ricolmo di profumi di Resurrezione. Nelle nostre tenere e dolorose contraddizioni, l'infinita nostalgia di Cielo ha ora un grido di bellezza che trabocca: il Signore, il mio Signore è risorto! |