Omelia (25-03-2016) |
fr. Massimo Rossi |
Secondo i Vangeli, Barabba, o Yeshua Bar-abbàs, era un ebreo; le notizie su di lui che ricaviamo dalla Scrittura sono poche. Le cronache del tempo, invece ne parlano più diffusamente. Benedetto XVI, nel suo libro "Gesù di Nazareth", scrive che Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba non fu casuale: due leader a confronto, che rappresentano due diversi messianismi: il fatto diventa ancor più importante se consideriamo che Bar-abbas significa "figlio del padre", termine tecnico che significa "Figlio di Dio". Origene, il grande Padre della Chiesa, ci informa che in alcuni manoscritti dei Vangeli, fino al III sec., l'uomo in questione si chiamava Gesù Barabba - Gesù figlio del padre. Rappresenterebbe una sorta di alter ego di Gesù Nazareno, e rivendica la stessa pretesa, in modo tuttavia completamente diverso: la scelta è quindi tra Yeshua Bar Abbàs, un Messia alla guida della lotta armata, che promette nella vita presente, la liberazione dallo strapotere imperiale romano per instaurare un nuovo Regno di Israele; e questo misterioso Yeshua Bar Yosef, Gesù figlio di Giuseppe, detto il Cristo, il quale promette, invece che la vita presente, la vita eterna a condizione di deporre le armi e rinnegare sé stessi. Nessuna meraviglia, conclude Papa Ratzinger, che le folle abbiano preferito il primo, Barabba. Dunque, Gesù sarebbe stato un Messia spirituale: per questo, era odiato dai sacerdoti, che lo fecero passare per un ribelle politico agli occhi di Roma; Barabba, invece, un messia politico, amato dal popolo e dai sacerdoti stessi, ma considerato un pericoloso terrorista dalle autorità imperiali. L'accusa di voler essere il "Re dei Giudei", motivazione ufficiale della condanna di Gesù, sarebbe stata quindi da imputare a Barabba. Barabba era probabilmente un esponente di rilievo della setta integralista degli Zeloti, gruppo nazionalista discendente dai figli di Giuda il Galileo, che guidò due successive rivolte contro i Romani, negli anni 6 e 7 d.C.: gli Zeloti erano chiamati dai Romani "latrones", ladroni; verosimilmente i due crocifissi accanto al Signore, erano complici di Barabba. Qualcuno ha addirittura ipotizzato uno scambio di persona avvenuto all'ultimo momento tra Barabba e Gesù.>br> Ecco i fatti! Sembra di leggere la prima pagina di un quotidiano dei nostri giorni... All'interno di questa storia dai risvolti inquietanti, Dio scrive la Sua storia! Analogamente, nella storia di oggi, storia ugualmente tragica di attentati, di incidenti stradali, che hanno stroncato vite innocenti, in questa nostra storia, Dio continua a scrivere la Sua. Non si tratta di due storie separate; da quando il Verbo si è fatto carne nel grembo di Maria, la storia di Dio si è unita a quella degli uomini! Siamo in grado di riconoscere i segni della presenza del Salvatore nelle nostre vicende personali? nelle nostre strade segnate dal sangue? Dentro e fuori dai confini del mondo, pericolosamente riaffermati come rimedio a vecchie paure, all'odio razziale, alle derive religiose?
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