Omelia (10-04-2016)
Michele Antonio Corona


La lettura del vangelo di Giovanni evidenzia ogni volta la tentazione di incasellarne le bellissime pagine in interpretazioni univoche e sicure. Le parole del quarto evangelista, invece, hanno un colore sempre diverso ed un senso continuamente nuovo. Sembrano rispondere pienamente al principio secondo cui "il vangelo cresce col lettore". Ed è per questo che il contatto con questa pagina evidenzia ancor più il bisogno, e il desiderio, di crescere con e nel vangelo.

Pertanto, l'episodio della pesca miracolosa sembra dover essere ridimensionato, davanti all'esperienza più importante del riconoscimento del risorto. Nel vangelo di Luca questo avviene ai due di Emmaus, i quali avevano "occhi appesantiti per riconoscerlo". La rivelazione avviene con la spiegazione delle Scritture e nello spezzare il pane. Qui, in Giovanni, si sottolinea l'incapacità a riconoscerlo e il pasto a base di pani e pesci.

Un'ulteriore sottolineatura va fatta circa il numero dei discepoli e la loro identità. Non si tratta degli Undici, né in essi ci sono i primi quattro chiamati, dal momento che manca Andrea. Essi sono sette e solo cinque identificati, con l'inserimento di Natanaele, personaggio tipicamente giovanneo.

Dopo la risurrezione la comitiva dei discepoli sembra essere ritornata al proprio mestiere e alla terra di origine. Da Gerusalemme si è tornati al nord; da pescatori di uomini a pescatori di pesci; dalla montuosità della Giudea al mare della Galilea. Ciò che apparirebbe come un magro tentativo di rivalsa davanti allo scoramento della morte, è il luogo della manifestazione di Gesù. Non esiste ambito di vita e situazione esistenziale in cui "il Signore" esiti a rivelarsi ancora. Il fallimento notturno della pesca viene mutato in incontro e riconoscimento. Ciò che Simon Pietro compie "cingersi la sopravveste" sembra riecheggiare lo stesso atteggiamento avuto da Gesù nella lavanda dei piedi. Ma, mentre il Maestro lo fece per servire i suoi discepoli, Pietro lo compie con la sua tipica impulsività.

"È il Signore!". Un'affermazione di portata capitale che giunge al culmine del vangelo e soprattutto come frutto maturo della risurrezione. Simon Pietro, per tutti i discepoli, si tuffa in mare senza paura alcuna poiché riconosce in Gesù il Signore.

È ciò a cui siamo invitati tutti: percorrere il cammino di riconoscimento del Risorto attraverso i gesti concreti e quotidiani della comunità. Il mangiare insieme pane e pesci - simboli del Cristo - rappresenta l'aspetto focale del rapporto col Signore e coi fratelli.