Omelia (17-04-2016) |
don Giovanni Berti |
La gioia dell'amore risorto Clicca qui per la vignetta della settimana. Erano tante le attese riguardo quello che papa Francesco avrebbe scritto sulla famiglia dopo i due sinodi dei vescovi di tutto il mondo nel 2014 e 2015. "Amoris laetitia" è il titolo scelto per questo lungo e articolato scritto uscito proprio in questi giorni. Come tradizione il titolo è preso dalle prime parole latine del documento, e la scelta di metter la parola "amore" e "gioia" come inizio della questa lunga riflessione è davvero significativo. Ho solo iniziato a leggere questo documento, lo confesso, e ho voluto soprattutto ascoltare le reazioni immediate di alcuni commentatori fuori e dentro la Chiesa. Come sempre ci vorrà del tempo per avere un quadro completo, ma è davvero interessante che prevalga in queste ore un senso di accoglienza positiva anche da chi era preoccupato che la Chiesa ancora una volta mostrasse un volto duro e fermo su questioni che riguardano tantissimi suoi figli e figlie. E il papa in questo non ha deluso. Pur non stravolgendo affatto l'impianto tradizionale su famiglia e matrimonio, ha decisamente imboccato la strada pastorale di attenzione misericordiosa alle situazioni concrete e vere della famiglia, con il suo stile che vuole la Chiesa non come un fortilizio chiuso e in difesa, ma come un "ospedale da campo", immerso nella realtà concreta limitata, fluida e concreta del mondo. Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù proprio così, risorto dai morti e nello stesso tempo immerso nella realtà concreta e limitata dei suoi fragili amici. Questi ultimi sono ritornati a pescare dopo gli eventi drammatici della morte di Gesù. E ancora una volta sperimentano la limitatezza della loro vita, fatta di fallimenti e reti vuote. E Gesù si mostra loro proprio lì dove sono e non dentro pareti sacre e lontane dalla vita. Gesù risorgendo ha mostrato che le porte tra cielo e terra, tra Dio e l'umanità, non sono chiuse e i ponti levatoi sono abbassati. Gesù mangia con i discepoli, si mostra vivente in modo concreto e non "per finta". Ricerca ancora un legame con l'infedele Pietro, un legame di amore che sembrava dissolto con il triplice rinnegamento in quella notte del processo. Pietro è ancora lì e Gesù pure, e quest'ultimo ritorna a fidarsi e ad affidare la sua comunità al discepolo imperfetto, ma proprio per questo amato di più. Ecco il Gesù che crediamo e annunciamo ancora oggi come Comunità di credenti che non si stacca dalla vita reale ma ci sta dentro in modo pieno e senza paure. Papa Francesco in "Amoris Laetitia" ripete che il Vangelo chiede di non condannare e non giudicare nessuno e di evitare giudizi "troppo duri e impazienti". Ripropone una riflessione che ha già fatto molte volte, invitando i preti a non diventare "controllori della grazia", ma "facilitatori", perché "la Chiesa non è una dogana". La comunità del Signore Risorto è chiamata a stupire il mondo con la misericordia che nasce dal Vangelo, in modo che chiunque in qualsiasi situazione di vita si trovi possa esclamare nello spirito "E' il Signore" con quella gioia che è propria dell'amore vero. Clicca qui per lasciare un commento |