Commento su At 13, 46-47
«Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra"».
At 13, 46-47
Come vivere questa Parola?
I nascenti dissidi tra Paolo e Barnaba sono probabilmente legati all'approccio scelto da Paolo di partire rigorosamente dai Giudei. Questi dissidi non si ricomporranno con un banale happy end. Sono una ferita che procede ma che permette una trasformazione. Paolo ad Antiochia di Pisidia, pur avendo privilegiato prima i giudei della sinagoga, a fronte del loro rifiuto, dichiara il suo rivolgersi decisamente ai pagani. Non smetterà mai, arrivando in una città nuova, di cercare e incontrare prima la comunità giudaica. Ma ogni remora legata in qualche modo al rivolgere l'annuncio ai pagani è da qui in poi, definitivamente dissipata. Il costo di questa chiara visione strategica è un'amicizia, un legame che poteva evolversi altrimenti. Ma in fondo anche questo è in conto e permette, quando non vissuto con risentimento, di generare nuove energie e possibilità. L'essere segno di contraddizione che Gesù ha incarnato in sé, si è impresso nei suoi discepoli. Fare la volontà di Dio, a volte, obbliga a seguire sentieri strani, poco comprensibili, che obbligano a convivere umilmente con le proprie meschinità, pur compiendo meraviglie! La citazione di Isaia riporta al senso vero dell'attesa e della venuta del messia e di ogni azione evangelizzatrice: portare la salvezza sino all'estremità della terra.
Signore insegnaci ad amare il nostro Creatore. Toglici ogni forma di paura e di angoscia ed insegnaci ad accogliere l'esistenza come vero dono, anche se il calice è spesso amaro.
Aiutaci ad amarti e a farti amare. Che tutte le nostre azioni siano mirate a far amare Te, datore della vita, Onnipotente rigeneratore di energie.
Aumenta in noi quel granello di fede che ci hai donato. Desideriamo respirare in Te, agire in Te, amare in Te. Aiutaci a discernere ciò che veramente è essenziale e ciò che è superfluo. Insegnaci ad abbandonarci alla tua guida e a fidarci della tua infinita Onnipotenza.
La voce di papa Francesco
Infine, rimarchiamo che l'evangelizzazione è essenzialmente connessa con la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana. Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma «per attrazione».
EG 14
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it