Omelia (02-02-2005) |
don Marco Pratesi |
Andare in pace "Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli". È la preghiera della compieta, della fine di ogni giorno. È un buon esercizio, alla fine di ogni giornata, domandarsi: dove ho fatto esperienza di salvezza, dove ho incontrato il Signore, anche in piccole cose? È un buon esercizio prendere congedo da ogni giornata nella consolazione e nella fiducia: Signore, anche oggi i miei occhi hanno visto la tua salvezza! Entrambi i vecchi che il Vangelo di oggi ci presenta, Simeone e Anna, hanno vissuto una vita intera nella speranza, non l'hanno lasciata spegnere, l'hanno custodita e protetta, come una fiammella dal vento. Soltanto grazie a questo atteggiamento possono adesso scorgere Dio che viene loro incontro. Al di fuori di questo, ogni giorno che passa ci rende più pesanti, pessimisti, chiusi. Dare fiducia a Dio, alla sua promessa, attenderlo, scrutare i segni della sua presenza: questo ci insegnano Simeone e Anna. Questo "andare in pace" è anche "vivere in pace", perché è il vivere la vita senza ansia, con quel distacco che non è freddezza o amarezza, ma serena fiducia nel Signore e consolazione dell'essere affidati a lui. "Andate in pace", ci viene detto alla fine della Messa. La mensa della Parola e del Pane ci ridona sempre la pace di chi cammina sapendo che il Signore cammina insieme a noi. Chi vive così potrà allo stesso modo, nella pace, vivere anche la propria morte e andarsene. Signore, dacci il dono della speranza per accoglierti ogni giorno e vivere nella pace; e nella pace venire a te. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia consolante incontro col Signore, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Pienamente fiduciosi nella fedeltà del Padre, chiediamogli che venga nella nostra vita: |