Omelia (25-04-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 16, 15; 19-20

«[E Gesù] disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura [...]. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi [usciti], partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che l'accompagnavano».

Mc 16, 15; 19-20


Come vivere questa Parola?

La figura dell'Evangelista Marco, di cui oggi celebriamo la festa liturgica, ci sollecita ad approfondire l'ultima pagina del suo Vangelo, la cosiddetta "Finale canonica", che, come è risaputo, non è autentica, in quanto non appartiene al testo originario, ma che tuttavia non toglie nulla alla sua ‘ispirazione', perché essa è stata recepita dalla Tradizione della Chiesa fin dalla più remota antichità. Comunque, aggiunta o no, il suo valore rimane uguale a quello di tutte le altre pagine del Vangelo di Marco.

Si tratta del celebre mandato missionario: Gesù invia i suoi discepoli a portare il Vangelo in tutto il mondo e a tutte le creature. Colui che è il "mandato" dal Padre ha bisogno di altri mandati-missionari che ne proclamino la conoscenza. Colui che è il Vangelo in persona, lo affida ora agli Apostoli: «Andate! Proclamate!». Qui siamo coinvolti anche tutti noi! Il cristiano è missionario del Vangelo in radice, nella sua stessa identità di discepolo di Cristo. Ciascun uomo, dovunque sia e a qualsiasi razza appartenga ha il diritto di ascoltare l'annuncio del Vangelo. Questo ‘mandato missionario' di Gesù inizia con il verbo «andare» ed è interessante evidenziare un particolare nel testo originale che non appare nella traduzione ufficiale, ma da noi accennato sopra, e che letteralmente suona: «E usciti predicarono dappertutto» (v. 20). La missione presuppone sempre anche un uscire da sé stessi, dal proprio mondo, dai propri interessi, per avventurarsi in ambienti nuovi, fra gente nuova. La missione è un uscire, una itineranza. Ce lo ha ricordato sovente il nostro Papa Francesco con la sua espressione caratteristica, divenuta ormai proverbiale, della "Chiesa in uscita".

Un'ultima osservazione. L'immagine finale che chiude questa pagina è assai suggestiva: Gesù ha terminato il suo cammino e si siede «alla destra di Dio»; i discepoli, invece, incominciano il loro cammino nel mondo. Il cammino di Gesù si perpetua nel cammino dei discepoli. La sua assenza però non è una vera assenza: è un altro modo di farsi presente tramite la sua caratteristica sinergia (il verbo usato nel testo originale), cioè un modo di operare con i discepoli che è tutto del Signore, ma anche tutto del discepolo (cfr. la lectio di mercoledì prossimo).


La voce della liturgia

"O Dio, che hai glorificato il tuo Evangelista Marco con il dono della predicazione apostolica, fa' che, alla scuola del Vangelo, impariamo anche noi a seguire fedelmente il Cristo Signore». Amen

Dall'orazione-colletta della Festa di San Marco


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it