Commento su Gv 14, 27-29
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che io vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate".
Gv 14, 27-29
Come vivere questa Parola?
Le parole di Gesù contenute nel Vangelo odierno fanno parte dei cosiddetti "discorsi di Addio" caratteristici di Giovanni, che ritroveremo anche in tutti i giorni che seguono. Essi vogliono offrire uno sguardo sul futuro perché possa aiutare i discepoli a vivere il presente e a preparare il domani. Vogliono orientare il cuore dei discepoli verso realtà più grandi del solito quotidiano e offrire una comprensione più profonda degli avvenimenti che stanno per compiersi.
Esse costituiscono il prezioso testamento spirituale lasciato in eredità dal Signore prima della sua partenza definitiva. Sono parole che hanno un tono tutto particolare, perché anticipano realtà nuove che porteranno alla testimonianza della fede coloro che ne faranno memoria. Parole che vengono consegnate da Gesù a un altro Maestro, lo Spirito Santo, che le insegnerà e le farà ricordare alle comunità di ogni epoca storica, perché possano viverle in una forma nuova, adatta alle necessità proprie dei tempi.
Una di queste parole importanti è quella riportata proprio all'inizio del Vangelo di oggi: la Pace. Il dono della Pace è messo in forte rilievo attraverso la ripetizione ravvicinata del termine (anafora). Essa non è un semplice saluto, ma è molto di più: è la Pace che raccoglie in sintesi tutti i beni più preziosi della vita e della persona. Dunque, la Pace di Cristo non si può in alcun modo equiparare a quella che può dare il mondo, una pace che è frutto in genere di compromessi dei re della terra, di guerre continue, di violenze, di odio e di sopraffazione. Il Re della Pace non scenderà mai a competere con gli altri sovrani di questo mondo, ma si lascerà incoronare Re sul trono della Croce.
Oggi, nel mio rientro al cuore, pregherò il Re della Pace perché conceda alla sua Chiesa e a ciascuno di noi il grande dono messianico della Shalom.
La voce della liturgia
«Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi Apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli». Amen.
Dal Messale Romano, preghiera dopo l'embolismo al Padre Nostro
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it