Commento su Gv 16,31-32
«Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me».
Gv 16,31-32
Come vivere questa Parola?
I discepoli si erano rallegrati con Gesù dicendogli che lo capivano ora che non faceva più uso di parabole.
Eppure proprio per facilitare loro un apprendimento di verità altissime e ardue, Gesù aveva escogitato la didattica del parlare attraverso parabole. Sta comunque il fatto che Gesù è già entrato nella chiara percezione che, di lì a poco, sarebbe stato abbandonato da loro totalmente. Infatti nemmeno uno, nemmeno l'appassionato e zelantissimo Pietro, neanche il dolce e mite Giovanni: nessuno!
Non sappiamo quello che il cuore tanto umanamente vivo di Gesù avrà provato. Ci rimane però la bellezza e la forza di quella sua affermazione: "ma io non sono solo perché il Padre è con me" (Gv 16,32). È qui il "nocciolo" della sua testimonianza di vita donata oggi a noi.
Sì, anche per noi può venire - magari del tutto inaspettata - l'ora della piena solitudine. Ti pare di essere su un'isola dove il deserto ti mangia vivo. La fede però è la tua vittoria, se quel credere nel Signore Salvezza, diventa il tuo grido esistenziale di preghiera: "Gesù, mi fido di Te! E sarai salvo. Anzi, arricchito da un'esperienza di fede provata nell'oscurità che finisce con l'ottenerti da Dio vera luce.
Signore Gesù, fa' che nella notte del dolore o della prova, nella solitudine, il tuo Spirito maturi in me una fede che fiorisce in fiducia piena, in totale abbandono.
La voce di un monaco
Anche se ti fa paura, non ignorare l'abisso del tuo dolore e offrila a Dio.
Anselm Grün
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org