Commento su Sal 147, 1-2
«Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli».
Sal 147, 1-2
Come vivere questa Parola?
Il salmo di oggi fa parte di una piccola collezione che chiude l'intero libro dei salmi. Sono tutti inni, uniti dal comune denominatore "celebrate"! Un'espressione corale di glorificazione dell'opera di Dio e di Dio stesso, una liturgia che esalta il suo agire nella storia. Ed è dal suo agire che riusciamo a dire qualcosa di Dio: egli è colui che custodisce, protegge, rafforza, benedice, mette pace, sazia, manda, annunzia, predilige.
Noi, suoi figli, possiamo cantare questa presenza attiva del nostro Dio. La cantiamo in ogni situazione, per non dimenticarla anche quando non sembra esserci. Questi inni illuminano i momenti luminosi, esaltanti, ma anche quelli bui della storia, quella di Israele ma anche quella di tutti noi e diventano memoriale del Dio fedele. Pregarli, ancora oggi prolunga l'azione di Dio, il suo riconoscimento e ci permette di trasmettere alla nuove generazioni questa stessa esperienza, questa fede.
Signore, benedici il tuo popolo! Dona a noi la pace. La pace è il segno della tua presenza, a volte molto nascosta, impercettibile, ma efficace.
La voce di uno scrittore e filosofo
Sì, il mondo vi si è riconosciuto. Giacché narra la storia di tutti, è diventato il libro di tutti, indefesso e penetrante ambasciatore della parola di Dio presso i popoli della terra. Anche lì si è insinuato dappertutto: in tutti i battesimi, in tutti i matrimoni, in tutti i seppellimenti, in tutte le Chiese. Appartiene a tutte le feste e a tutti i lutti di quasi tutte le nazioni.
Andrè Chouraqui
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it