Omelia (06-01-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Matteo 2,1-12 Dalla Parola del giorno Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo" Come vivere questa Parola? Il viaggio dei Magi, da Oriente a Betlemme, è l'emblema della ricerca e della sequela di Gesù. L'evangelista Matteo ce ne dà un resoconto dettagliato, denso di simbolismi. Tra i tanti, ne raccogliamo uno che nel testo biblico ricorre più volte: è l'apparire di una stella, la cui luce attrae e provoca. Attrae i Magi nel desiderio di cercare il re dei Giudei per adorarlo. E provoca turbamento in Erode che invece riterrà quella luce come una sorta di attentato al suo potere sovrano. La stella è Cristo (Cfr. Nm 24,17 e Ap 2,28; 22,16). E l'epifania della sua luce interpella la nostra libertà di accoglierlo o rifiutarlo. Di seguirlo o d'inseguirlo. Accoglierlo e seguirlo con amore adorante che offre tutto di se, come fanno i Magi dopo aver a lungo cercato, desiderato e atteso di vederlo. Rifiutarlo e inseguirlo per metterlo fuori gioco dalle nostre scelte, come invece fa Erode che cerca di afferrare il mistero per manipolarlo, fino a covare progetti omicidi. E noi? Siamo tra quei miti pellegrini d'Oriente sedotti dal fascino di un mistero pregno di luce, oppure camminiamo a braccetto con l'ostile ambiguità degli ipocriti, preferendo le tenebre alla luce, schiavi dell'ego? Oggi, nella mia pausa contemplativa entrerò, come i Magi, nella casa del Signore sostando silenzioso e stupito in adorazione perché la luce natalizia del Dio-Bambino mi orienti su strade di vita. Donaci, Signore, di camminare lievi e sereni alla Tua luce, sedotti dal fascino della Stella del Mattino, Gesù tuo Figlio, che i nostri occhi vedono bambino perché bambino diventi il cuore che lo accoglie. La voce di un maestro spirituale Andare avanti nella strada che conduce al Signore non è davvero spontaneismo di nessun genere, ma è quotidiana fedeltà. Card. Anastasio Ballestrero |