Commento su Am 3, 7-8
In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo piano ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi non tremerà? Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterà?
Amos 3, 7-8
Come vivere questa Parola?
Regalità, sacerdozio e profezia: sono questi i doni del nostro battesimo. La consacrazione a Dio ci regala questa condizione. La liturgia di oggi sottolinea il dono della profezia. L'essere profeti concede un'intimità particolare con Dio, che consegna ai profeti i suoi desideri più reconditi, quelli legati al "non ancora" della storia, della vita. I profeti partecipano del piano di Dio, lo conoscono e devono fare di tutto perché questo possa essere conosciuto, amato, compiuto dall'umanità, nel tempo.
L'intimità contrassegna questa dimensione: la conoscenza data dalla frequentazione quotidiana di Dio fa sì che non solo la fede, ma anche la fiducia in lui, continua, spicciola, cresca. La pagina del vangelo di oggi ne è un po' una prova. Quella tempesta improvvisa mette alla prova gli apostoli. La fiducia in Dio permette di vedere oltre le evidenze del momento. La tempesta che arriva non oscura la visione in speranza di quello che seguirà. E fa vivere per quello.
Signore, che non sia la paura, l'opportunismo a trattenere la nostra parola di speranza. Anche quando questa debba passare per la denuncia. Rendici profeti coraggiosi in un mondo che invoca verità, giustizia e a volte muore dietro meschinità e iniquità.
La voce di un teologo
Il momento presente richiede di passare dalle opere alle sfide e di accogliere in particolare le povertà invisibili a cui nessuno risponde. Per rimanere fedeli agli appelli del Vangelo, bisogna uscire...
Rino Cozza
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it