Omelia (15-08-2016) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Maria il volto della Verità Da tanti secoli la Chiesa ci parla di Maria designandola con milioni di titoli ed esaltando di Lei molteplici aspetti, caratteristiche e virtù. Ci sono parecchie usanze locali che esaltano la Vergine, pratiche religiose e devozionali, iniziative catechetiche e oratoriane, celebrazioni mariane che variano di luogo in luogo e numerosissimi Santuari, di cui solo una parte è conosciuta a livello mondiale o nazionale. Tantissimi altri infatti godono di minor prestigio o sono frequentati solamente dalla gente del posto in cui sono sorti. Sulla Madre del Signore la Chiesa da sempre ci trasmette un patrimonio inestimabile di valori che si esprimono attraverso le varie usanze e devozioni dei singoli popoli e che ci aiutano a comprendere, difendendola e arricchendola costantemente, la Verità su di lei. La Chiesa infatti sin dalle origini ci ha anche edotti su quanto della Vergine è veritiero e fondato, senza che mai ingannarsi e senza disorientare il popolo di Dio, nella certezza che ancor prima di costumi e usanze vi è una verità da tenere inalterata e da trasmettere al popolo di Dio e che lo stesso patrimonio di costumi e di tradizioni sia sempre stato utile a veicolare quanto da sempre noi siamo tenuti a sapere sulla Vergine. Da dove attinge la Chiesa questa Verità così inestimabile? I protestanti risponderebbero: solo dalla Scrittura. La Chiesa Cattolica, pur coltivando la massima riverenza verso la Parola di Dio scritta per ispirazione (la Bibbia) afferma invece che questa verità su Maria (e su ogni altro contenuto della nostra fede) è tratta dal Deposito della fede (1Tm 6, 20), formato dalla Scrittura e dalla "Tradizione." La rivelazione di Dio infatti ci è pervenuta non solamente attraverso la Parola scritta, ma anche per mezzo di insegnamenti non scritti che gli apostoli appresero dalle parole e dall'esempio di Gesù Cristo e che trasmisero oralmente ai loro successori (i Vescovi) e che sono giunti nel tempo fino a noi. Per Tradizione si intende infatti la trasmissione orale delle verità e dei contenuti della fede. Essa è parola umana che tramette la Parola di Dio e assieme alla Scrittura costituisce quindi il tesoro della verità. Mancando la Tradizione la Verità stessa non sussisterebbe per intero. Sulla Scrittura e sulla Tradizione vigila il Magistero della Chiesa, che da essa trae gli insegnamenti che inequivocabilmente impartisce a tutti i fedeli. Tutto quello che Dio ha comunicato all'uomo non può trovarsi nei soli testi scritti perché " il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere" (Gv 20, 25). Deve necessariamente trovarsi in altre forme non redatte inizialmente per iscritto, trascurando le quali si trascura la verità. Per il semplice fatto che si misconosce volutamente buona parte di quanto il Signore ci ha insegnato. Di conseguenza è davvero certo che la Chiesa su Maria ci abbia adeguatamente istruiti: la Scrittura e la Tradizione contengono tutto il tesoro di verità su di lei e ogni singolo dogma, dottrina e insegnamento ci proviene da codesta eredità autorevole e necessaria. Intorno alla liturgia di oggi, facendo riferimento a questa duplice fonte suddetta, la Chiesa ci insegna come verità fondata il fatto che Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo. Questo raccontano alcuni dati della Tradizione commentati poi da Padri teologi come Epifanio di Salamina e Germano di Costantinopoli, quest'ultimo il più attendibile e accreditato. Come pure determinati racconti sulla "Dormitio Mariae" di antichissime origini. Nella lettura attenta della Bibbia si riscontra poi che il corpo mortale di Maria non poteva essere sottoposto al disfacimento e alla putrefazione come avviene al cadavere di qualsiasi altro mortale, perché se così fosse avvenuto, Dio non sarebbe stato davvero il Signore dell'amore e della misericordia. O almeno, non sarebbe un Dio munifico nel modo più appropriato e proporzionato. Quale ricompensa infatti il Signore poteva concedere a Maria, lei che aveva rinunciato alla spensieratezza giovanile tipica delle fanciulle per diventare la Madre del Signore, se non quella che anche il suo corpo venisse poi preservato dalla corruzione? Come poteva Dio lasciare che venisse corroso dai vermi il cadavere di Colei che lo aveva ospitato nel mistero dell'Incarnazione? Non sarebbe stato forse irriverente da parte del Signore abbandonare alla terra il corpo di Colei che espressamente è definita sua Madre nel vangelo di Luca (Lc 1, 48)? Maria è sempre stata associata poi al suo Figlio nella lotta per la salvezza dell'uomo, ha condiviso con lui ogni cosa pur essendo stata anch'essa sua discepola, ha seguito il suo Figlio fin sulla croce, insomma è sempre stata associata a lui; era ben giusto che guadagnasse gli stessi meriti di ricompensa del Cristo suo Figlio. E così è stata portata al cielo, elevata, sottratta alla vista sensoriale degli uomini e introdotta nella gloria piena verso la quale ora siamo orientati anche noi. L'Assunzione di Maria al Cielo ci incoraggia infatti ad aspirare alla nostra patria che è nei Cieli pur restando costantemente impegnati e vigili nella vicenda di questo mondo; ci è di sprone affinché anche noi conosciamo la grande munificenza di Dio proporzionata alle nostre fedeltà e alla nostra perseveranza nel bene perché quanto più siamo costanti nella fede e nella carità tanto più potremo contare sul dono di grazia che ci è stato riservato dal Dio munificentissimo e misericordioso, anche se non saremo mai in grado di essere glorificati in anima e corpo, nella forma assolutamente pari a quella di Maria. |