Commento su Lc 11,1
«Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare"».
Lc 11,1
Come vivere questa Parola?
Questa parola ci insegna quanto sia di primaria importanza l'esempio, la testimonianza.
Gli Apostoli non si sognano di chiedere l'insegnamento che riguarda la preghiera in un momento qualsiasi. Lo fanno in una situazione ben precisa e circostanziata: quando hanno visto da vicino Gesù che pregava.
Sì, credo sia importante anche oggi premettere la testimonianza anche in ordine a necessari insegnamenti sulla preghiera.
È bene esortare i propri figli a pregare; anzi fa parte di un processo educativo; però non basta. Diventa anzi controproducente l'esortazione non intimamente unita a una vita buona.
Pregare è come respirare: qualcosa di estremamente necessario. Però postula libertà e interiorità. Questo non vuol affatto dire che, per la preghiera, genitori ed educatori non debbano occuparsi. Tutt'altro!
Il primo passo di questo impegno d'educazione alla preghiera è mostrarne praticamente il grande vantaggio. Chi prega con fede, entra in contatto di amore con chi Ci ha creati e ci ama infinitamente.
Così chi prega consegna il proprio cuore a Dio: da Lui è sorretto nel cammino, da Lui è aiutato a realizzare la propria maturazione umano cristiana.
Signore, dammi il tuo Spirito Santo perché m'insegni, giorno dopo giorno a pregare e pregando io diventi sempre più testimone del tuo amore.
La voce di un antico orante
"L'uomo che non ha ogni giorno un tempo per se stesso nel respiro della preghiera non è uomo"
La saggezza dei Chassidim
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org