Omelia (08-04-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Simon Pietro gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". Gesù rispose: " Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".

Come vivere questa Parola?
La scena della lavanda dei piedi è narrata solo dall'evangelista Giovanni e, secondo diversi esegeti, è sostitutiva dell'istituzione dell'Eucarestia, perché ne dà emblematicamente il significato profondo. Gesù è infatti quel "servo di Javeh" descritto tanto vivamente dal Profeta Isaia. Lo vedremo tra poco nell'espressione più cruda del "servo sofferente". In lui la divinità giunge alla kenosis, cioè al pieno spogliamento della sua gloria e potenza. In lui l'amore diventa compimento del dono di se stesso fino a dare il proprio corpo e il proprio sangue. E' l'abbassamento inaudito di Dio che si fa servo, lava i piedi all'uomo per renderlo veramente se stesso, divinizzato. Gesù commenta il suo gesto dicendo: "Se io che sono il Signore e Maestro vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri. Perché io vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come io vi ho fatto". Quando istituisce l'Eucarestia, pronuncia parole quasi uguali: "Fate questo in memoria di me". E' importante, in un giorno grande come il giovedì Santo, cogliere esistenzialmente quanto sia indispensabile vivere Gesù partecipando all'Eucarestia, ma anche vivere Gesù in un Amore di carità che si fa umile servizio, dentro la relazionalità quotidiana.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzerò nel cuore la scena della lavanda dei piedi, togliendo quella patina di risaputo e di abitudinario che ne spegne il fuoco d'amore di cui è apportatrice al cuore. E dirò: caro Pietro, anch'io non riesco a capire la profondità l'altezza e l'ampiezza di questo gesto. Ne capirò qualcosa quando, con te, imparerò a lasciarmi amare dal Signore, a lasciarmi fare da Lui. E prego:

Tu non mi domandi cose impossibili, Signore. Questo vuoi: che io mi lasci amare fino in fondo, fino al risanamento dei miei tumori interiori: incapacità di relazionarmi bene con gli altri. E poi mi chiedi di mettermi come te sulla strada di un amore umile. Dammi, Gesù, di lavare i piedi dell'altro, senza vantare diritti, nella gioia del servizio.

La voce di una mistica del nostro tempo
Concedimi un cuore ospitale, Signore, /con il focolare acceso del "saper amare"/ e un calore umano, un palpito, un ascolto /attento e discreto per ognuno che viene.../Concedimi, Signore, un cuore ospitale che, /dilatato continuamente nel profondo dell'intimità con te, OSPITE sovranamente amato, /riesce a smantellare ogni difesa, /a spalancare porte e finestre /di comprensione e di larga accoglienza.