Omelia (04-04-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"Pregate per non entrare in tentazione". Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

Come vivere questa Parola?
Gesù, aveva "desiderato ardentemente" di mangiare la Pasqua coi suoi. E quel suo desiderio di fuoco si era tradotto nella istituzione dell'Eucarestia: un'anticipazione-memoriale del suo dare la vita in croce per noi. Interessante il fatto che, tra questo momento-vertice della sua permanenza tra i suoi e il momento-vertice del suo darsi in balia della morte di croce per noi, Gesù scelga di andare all'orto degli ulivi. "Come al solito", annota l'attentissimo evangelista Luca. Fedele dunque al suo spazio-tempo di preghiera quotidiana, Gesù va in quel luogo raccolto e invita anche gli Apostoli a pregare. Per di più, matura il suo invito. Dice: "Per non cadere in tentazione". Che cos'è la tentazione se non un inciampo a credere? Fondamentalmente è un "cadere" là dove s'è prima allentato e poi s'è spezzata la fede vera, esistenziale che è l'assoluto fidarsi di Dio. Come risollevarsi? Come non cadere più in basso? Cioè nello scoraggiamento? Nella disperazione? Aggrappandosi a Dio, sorgiva del nostro vivere, motivo di speranza anche oltre l'ineludibile morire. Questo è il pregare che salva dal torpore-tristezza di cui l'evangelista dice a proposito degli Apostoli che Gesù "li trovò addormentati per la tristezza". Non avevano accolto l'invito di pregare, e questo era accaduto: torpore, tedio, non-senso.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, non solo visualizzo le folle osannanti Gesù, mentre agitano rami di palme, ma mi prendo un mio spazio-tempo personale per pregare. La preghiera –me ne convinco sempre più! – è il "destarsi" da torpore e tristezza a gioia di vita vera, è il coraggio di affrontare anche le proprie difficoltà lasciandoci catapultare con Gesù nelle braccia del Padre. E', per dirla con S.Paolo, un non angustiarsi per niente, ma far presente a Dio le nostre necessità con preghiere, suppliche e ringraziamenti.

Gesù, prendimi con te, passo passo nel tuo andare a morire e a risorgere, e la pace, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà te nel mio cuore, e lo ravviverà per Dio e per i fratelli.

La voce di un cardinale del nostro tempo
La vita di un credente sincero è tutta giocata sul Cristo crocifisso e risorto. La egli pone tutte le sue speranze.
Card. Carlo Maria Martini