Omelia (01-11-2016) |
Omelie.org - autori vari |
COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di don Eduard Patrascu "Fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non p stato ancora rivelato... saremo simili a lui" Celebrando oggi la grande solennità di Tutti i santi, mi viene naturale la domanda: perché una tale festa? Forse perché, siccome non c'entrano tutti nel calendario, volendo fare i furbetti per avere l'intercessione di tutti, li ammassiamo tutti in un giorno cosi possiamo onorarli di sicuro tutti e cosi avere la loro intercessione? Perché no! A me viene da pensare che c'è un qualcosa di più profondo voluto nella venerazione di tutti i santi in uno stesso giorno, e credo sia questa: quando durante l'anno abbiamo tutti i giorni un santo che la chiesa ci propone, normalmente, se c'è nel calendario, vuol dire che veramente sono stati delle grandissime figure di vita cristiana e quindi la spinta che ci danno dovrebbe essere maggiore, e tante volte magari lo è. Perdonatemi però l'osservazione seguente: so che i santi non hanno cercato questo, ma in un certo modo il loro sforzo per vivere la fede ottiene, nella nostra venerazione, quella piccola gratificazione, quella piccola ricompensa che Gesù normalmente suggerisce lasciare a Dio. Ripeto, non so quanto importi ai carissimi santi grandi questa cosa ma, di fatto, avviene cosi, secondo la logica umana riduttiva. Mentre quei tanti santi e beati, che hanno vissuto le beatitudini del vangelo in maniera molto profonda e secondo la logica di Gesù, nel nascondimento, la loro testimonianza in questo deve spronarci, e magari portarci anche più avanti. E mi spiego perché questo "più avanti": vedete è umanamente molto facile (apparentemente però) seguire un santo che è diventato famoso, e ditemi chi di noi non sente la tentazione dell'essere apprezzati per come vive, che gli si dica: quanto sei (stato) bravo? Tutti quanti lo proviamo ed è umano, anche quando viviamo la nostra fede senza pensare minimamente questa gratificazione. Mentre seguire l'esempio di uno che non è tanto famoso o conosciuto non ci attira mica tanto. Allora, forse, oggi l'invito di Dio nella festa di tutti i santi è questo: pensare che si può diventare santi (che è sinonimo di realmente felici) anche senza essere conosciuti, anzi, si diventa santi se si vive la fede nel nascondimento, con coraggio e perseveranza. Abbiamo moltissimi santi, permettetemi, registrati. Ma quanti sono i santi in realtà, non lo sappiamo. Per la verità sappiamo qualcosa: il numero dei santi è uguale al numero di coloro che sono in paradiso. Tutti quelli che sono nel paradiso, sono tutti santi, anche se magari nessuno si ricorda di loro, nessuno sa cosa hanno fatto sulla terra, o meglio, lo sa solo Dio. Allora, noi che siamo sulla terra e vogliamo andare in paradiso in realtà, volendo ciò, vogliamo essere e diventare santi. Non c'è altra scelta. E questo è un traguardo molto alto; questo alza i criteri che orientano la nostra vita. Eppure se tanti sono diventati santi vuol dire che non è impossibile diventarlo nemmeno per noi. Basta solo un pizzico di coraggio, di fiducia e perché no, di decisione nel mettere in pratica ciò che crediamo facendoci aiutare da Dio, attraverso i mezzi che lui ci ha messo a disposizione: preghiera, sacramenti, vita semplice ma decisa, coraggiosa di fede. Diceva uno che poi è diventato santo che: "i santi non sono coloro che hanno fatto cose grandiose, ma coloro che hanno vissuto la loro vita facendo semplicemente ciò che dovevano fare, con l'aiuto di un semplice strumento: l'amore e la fiducia nella ricompensa di Dio". Allora oggi, festeggiando tutti i santi, conosciuti e soprattutto gli sconosciuti, chiediamo la grazia a Dio, attraverso la loro intercessione, di desiderare tantissimo di conoscere ciò che, come dice la seconda lettura, Dio ha preparato per noi: sappiamo di essere figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato: saremo simili a lui. E loro, i santi, ci aiutino a seguire questo loro esempio: essere simili a Dio fin d'ora, se e quanto è possibile. |