Omelia (01-11-2016)
don Michele Cerutti
La santità non ha età

Siamo ormai prossimi alla conclusione dell'anno della Misericordia. Un grande evento di grazia quello offerto da questo giubileo straordinario e in questo scorcio abbiamo il compito di raccogliere i frutti che ci sono stati donati. Guai se ci facessimo scivolare questo grande evento in maniera superficiale. Dovrebbero risuonare in noi le parole del Vangelo che affermano: "A chi tanto è stato donato, tanto verrà richiesto". Così avviene anche per noi.

Oggi in questa celebrazione i santi ci aiutano a vivere e comprendere che a ogni battezzato è assegnato un compito importante la santità. Sì, essere santi non è solo di preti, frati e suore è il compito di ogni battezzato. Noi siamo chiamati a emulare i campioni che la Chiesa ci invita a venerare. Scorgendo le loro virtù eroiche siamo chiamati anche a noi compiere il loro stesso tragitto secondo certo la nostra storia personale. Guardando a loro la nostra mente si riconduce ai nostri cari che non saranno additati dalla Chiesa come Santi perché hanno vissuto una santità anonima, ma il loro modo di procedere li ha condotti verso il trono di Dio e ora sono lì a contemplarlo. Ognuno potrà pensare ai propri nonni, ai propri genitori e zii che hanno fatto straordinario il loro ordinario.

I Santi sono coloro che si sono fatti infiammare dalla misericordia di Dio.

Come tutti credenti sono stati posti davanti al grande comandamento di Dio: "Amare Dio e amare il prossimo". Questo comandamento hanno cercato di viverlo, magari non riuscendoci completamente, ma insistendo nell'umile obbedienza, sono stati travolti dal troppo grande amore Dio Trinità.

I Santi ci dimostrano che la misericordia è come fuoco che brucia e purifica tutto ciò che tocca. Questo fuoco brucia dall'inizio della creazione a noi il compito di non volersi ostinatamente sottrarre alla sua azione o preservarsi.

Nel solennizzare questa festa il pensiero corre a come tanti cristiani stanno sciupando occasioni per riflettere sul dono alto che il Signore ci fa per far sì che la nostra vita sia piena. La festa di Halloween non aiuta a crescere come cristiani. Tanti soldi vengono spesi solo per esorcizzare la dimensione della morte.

Oggi con i Santi guardiamo alla Chiesa trionfante e quindi ai fratelli che vivono nella pienezza di Cristo. Questa festa ci fa guardare in basso.

Quando pensa a una Chiara Luce Badano, beatificata nel 2011 a Roma, che si fa vestire da sposa per andare incontro a Gesù sposo e metto la sua figura in relazione alle foto dei festeggiamenti di Halloween comprendo quanto poco si comprende del fine della nostra vita. Pensate Chiara predispone tutto per il suo prossimo funerale, che chiama la sua messa, le sue nozze con Gesù. Dovrà essere lavata con l'acqua, segno di purificazione e pettinata in modo molto giovanile e chiede alla mamma di non piangere perché «quando in cielo arriva una ragazza di diciotto anni, si fa festa!». Il suo vestito da sposa lo vuole bianco, lungo, semplice, con una fascia rosa in vita. La sua amica del cuore, Chicca, lo prova di fronte a lei: le piace molto, è semplice come lo desiderava.

La mia mente corre a due Santi adolescenti che sono la dimostrazione evidente che la santità è veramente di tutti nessuno è escluso e ci aiutano a riflettere su come nei ragazzi ci può essere la consapevolezza di scelte ben radicate. Questi due Santi sono Laura Vicuna e San Josè del Rio.

San Josè del Rio è un ragazzino che partecipa a 14 e 15 anni alla rivolta nella guerra dei Cristeros in Messico. La Guerra dei Cristeros scoppia negli anni tra il 1926 e 1929 in Messico. I cristiani si sentono oppressi dalla forte restrizioni in materia religiosa del governo centrale. San Josè nei combattimenti viene arrestato e minacciato di essere ucciso se non giura fedeltà alle forze dominanti nel Paese. Egli dopo molte sollecitazioni si rifiuta di giurare e anzi continua a innegiare a Cristo Re fino a far innevorsire il capitano del gruppo che lo ha arrestato che lo uccide a soli 15 anni.

Laura Vicuna è quella piccola santa che ha invece espresso la misericordia nei confronti dei propri genitori. Beata nata a Santiago del Cile costretta fuggire in Argentina perché la famiglia perseguitata politicamente dal governo cileno. Muore il papà e la mamma rimane priva di aiuto si appoggia a un uomo privo di scrupoli, violento e amante del gioco. Uomo che marchiava a fuoco le donne che lo lasciavano. Uomo che trattava i mandriani come bestie. La Madre di Laura si appoggiava a Lui perché aveva bisogno. Questo uomo la accolse in casa. Laura capì da subito la situazione della madre. Furono delle Suore durante le ore del catechismo a parlare della bellezza del matrimonio cristiano. Da quel giorno gli occhi si aprirono a Laura. Quella vita agiata era dovuta dai soldi di quell'uomo amante della madre. L'uomo iniziava ad avere pretesa anche nei confronti di Laura. Queste pretese non venivano assecondate dalla fanciulla. Questi rifiuti costarono a Laura ma in particolare alla madre che venne frustata nella stalla del ricco possedimento. Ascoltando il brano del buon pastore in cui si affermava che il bel pastore dava la vita per le pecore Laura comprese che lei stessa doveva dare la vita per la madre. Ottenne dal confessore il permesso di dare la vita per la madre e si gettò ai piedi del tabernacolo. La sua giovane vita fu segnata da sofferenza fisica. L'uomo iniziò ancora a pretendere e a percuoterla. Nel gennaio 1904 Laura percossa morì senza cedere alle pretese.

Questi due santi non cessino di intercedere perché i giovani possano acquistare il coraggio di scelte forti e impegnative.