Omelia (25-11-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Ap 21, 1

«E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più».

Ap 21, 1


Come vivere questa Parola?

Cieli e terra nuovi sono un'immagine profetica molto frequente: un modo cosmico per dire il cambiamento, per affermare la novità, la buona notizia che cambia il volto della creazione. La creazione non si arresta mai, ha impresso in sé la possibilità di generare continuamente e di trasformare la morte in vita. I cieli e la terra di prima spariscono ed ecco che si riproducono cieli e terra nuova. La rinnovata verginità dell'universo fa spazio alla generazione di colui che è il principio di tutto: Cristo.

Questo rinnovamento è l'anelito nascosto in ciascuno di noi, il desiderio profondo di rinnovarsi, di cambiare che si nasconde dietro i nostri pessimismi, scoraggiamenti. Ma che è insito anche nelle nostre speranze, tanto che ogni giorno ci impegniamo a mettere le condizioni perché questi cieli e terra nuovi arrivino, trovino spazio e possibilità nel nostro mondo.


Signore, quali sono i cieli nuovi e la terra nuova di oggi? Cosa dobbiamo lasciar morire e cosa deve poter crescere perché la novità di Dio possa rivelarsi e non rimanere soffocata dalla nostre nostalgie sterili?


La voce Papa Francesco

Il Vangelo è novità. La Rivelazione è novità. Il nostro Dio è un Dio che sempre fa le cose nuove e chiede da noi questa docilità alla sua novità. Nel Vangelo, Gesù è chiaro in questo, è molto chiaro: vino nuovo in otri nuovi. Il vino lo porta Dio, ma dev'essere ricevuto con questa apertura alla novità. E questo si chiama docilità. Noi possiamo domandarci: io sono docile alla Parola di Dio o faccio sempre quello che io credo che sia la Parola di Dio? O faccio passare la Parola di Dio per un alambicco e alla fine è un'altra cosa rispetto a quello che Dio vuole fare?".


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it