Omelia (28-11-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 8,8

«Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto»

Mt 8,8


Come vivere questa Parola?

Un centurione informa Gesù che il suo servo è ammalato e gli rivolge un appello confidente e fiducioso: sa che Gesù può sempre realizzare il suo nome che vuol dire "salvatore". Però non si ritiene degno che egli vada nella sua casa: basta una sua parola e il servo sarà guarito (cf Mt 8,8). Il centurione manifesta tutta la sua umiltà e la sua fede: crede che Gesù può fare il miracolo, ma lui si sente indegno di accoglierlo nella sua casa.

Sono gli atteggiamenti che pure noi manifestiamo ripetendo quasi le stesse parole del centurione, quando ci accostiamo alla santa comunione: "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato".

Accostandoci al Signore con questi sentimenti di fede e di umiltà, noi apriamo il nostro cuore per accoglierlo. In modo particolare, in questo periodo di Avvento, ci prepariamo alla venuta del Signore, che raduna tutti gli uomini da Oriente e da Occidente (cf la prima lettura odierna di Is 2,1-5) per salvarli e unirli nella concordia e nella pace.


O Signore, apri il nostro cuore alla tua venuta e la tua presenza ci ricolmerà di gioia.


La voce di un grande Padre della Chiesa

"L'umiltà del centurione fu la porta per cui entrò il Signore, affinché possedesse più completamente colui che già possedeva".

Agostino, Discorso 62A,2


D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it