Omelia (25-12-2016)
Missionari della Via


La messa del giorno di Natale ci offre il prologo del Vangelo secondo Giovanni, che ci dice alcune cose fondamentali.

Chi è quel bambino che è nato? È il Verbo eterno di Dio che esiste da sempre, prima della creazione del mondo. È la vita stessa, la luce, la bellezza, l'amore: è Dio fattosi uomo!

Perché è nato? Per salvarci e renderci figli di Dio, partecipi della sua stessa vita immortale: a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio!

Che cosa ci dona Gesù? La grazia, ossia lo Spirito Santo, cioè la vita di Dio in noi, che ci libera dalla schiavitù del vivere per noi stessi, centrati sui nostri bisogni, rendendoci capaci di amare! Mosè ci aveva dato la Legge, i comandamenti dell'Amore: Gesù ci da la grazia di viverli!

Che cosa ci rivela Gesù? Il vero volto di Dio, che è Amore: tutte le religioni ci dicono qualcosa di Dio; ma in Gesù, Dio stesso si è rivelato, ci ha parlato di sé, mostrandosi a noi con un volto umano, perché potessimo conoscerlo e credere davvero in Lui!

Cosa ha spinto Gesù a farsi uomo? L'amore, nient'altro che l'amore: «Dio ha tanto amato il mondo da dare suo figlio, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Gesù è sceso dal cielo e si è fatto uomo per la nostra salvezza, spinto unicamente dall'amore.

A fronte di tutto ciò, quale dev'essere la nostra risposta al Natale? Andare giusto a messa da buoni "natalini"? (che insieme ai "pasqualini" sono la categoria "clou" dei presunti cristiani?). No. All'amore non si può rispondere che con l'amore; si possono fare tante cose per solennizzare le liturgie in chiesa e imbandire le case, ma la cosa più vera e profonda è amare; amare Gesù, dedicandogli un po' più di tempo nella preghiera, proponendoci di essere più perseveranti nell'accostarci ai sacramenti della confessione e dell'Eucaristia, aprendo il cuore anche a sentimenti di gioia e ringraziamento per quello che ha fatto (e non è difficile; basta ritagliarsi un attimo di tempo e meditare un po' sull'amore che ha avuto per noi e sentire quanto ci ha amato).

Ma poi l'amore ha poi bisogno di tradursi anche in gesti concreti. «Il più semplice e universale (quando è pulito e innocente) è il bacio. Non accontentiamoci di dare il bacio al Gesù bambino di porcellana in Chiesa, diamolo a un Gesù bambino in carne e ossa. Diamolo a un povero, a un sofferente, a un anziano e lo abbiamo dato a Lui! Diamolo a casa, ai familiari, salutandoli per la buona notte. Un bacio, in questo senso, può essere anche un aiuto concreto, una parola buona, un incoraggiamento, una visita, un sorriso, o anche, alla lettera, un bacio. Sono queste le luci più belle che possiamo accendere nel nostro presepe» (cfr R. Cantalamessa). Diamoci da fare perché le nostre case, non siano solo piene di luci elettriche, ma delle luci del concreto amore di Dio!