Omelia (01-01-2017) |
Agenzia SIR |
Inizia l'anno e, per grazia, siamo subito raggiunti da un augurio e da una benedizione: "Ti benedica il Signore e ti protegga. [...] Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace". Sì, il Signore ci conceda la pace per intercessione di Maria che oggi celebriamo come Madre di Dio. "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta" (Così recita la preghiera mariana forse più antica, III secolo). Inizia l'anno dinanzi al volto di una giovane donna che ha partorito nella verginità. La scena del Vangelo mostra un episodio della vita di una famiglia ebrea, ma molti elementi sono inusuali. È una famiglia povera, i visitatori sono semplici pastori - gente rude e di basso livello sociale - la culla per un primogenito è una umile mangiatoia. Inaudito è - ancora - il protagonista: quel piccolo neonato è il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, l'atteso dalle genti. Torniamo ancora dinanzi a quella giovane madre: definita solennemente dalla Chiesa universale (prima ancora di ogni divisione) Theotokos, Madre di Dio e, per questo, anche madre nostra. Se è doloroso vivere senza un padre, lo è di più senza madre. Grazie al sì di Maria, il Figlio ci ridona la figliolanza divina: attraverso la Madre, ritroviamo anche il Padre. Si ricompone così la famiglia umana lacerata fin dall'inizio della storia da ogni egoismo, sopraffazione, violenza, guerra. Sarà anche per questo che il primo giorno dell'anno è da tempo dedicato anche alla pace. La giornata mondiale della pace messa in cima a tutti i giorni dell'anno, perché ogni giorno - ogni tempo - sia giorno e tempo di pace. Maria è madre di Dio perché con la sua fede e con il suo grembo ha accolto e generato una persona che è Dio, Dio vero da Dio vero, il figlio eterno di Dio Padre fatto uomo nel tempo. Sommamente vicina a Dio e, nello stesso tempo, una di noi. In quanto madre di Dio, Maria è costantemente rivolta al Figlio con lo sguardo, il pensiero, il cuore e tutta se stessa. Ha contemplato Gesù fin dalla sua nascita, con stupore e adorazione. Vien da chiedere alla Madre che ci insegni a stare con Gesù, che ci comunichi una scintilla del suo atteggiamento di adorazione e insieme di indicibile tenerezza. Il presepio è la più fedele rappresentazione della pagina del Vangelo di oggi. Anche qui, non a caso, fu Francesco di Assisi, l'uomo più somigliante a Cristo, a riproporlo alle persone di Greccio, appena tre anni prima della sua morte, e alla vigilia di ricevere le stimmate, quasi a indicare che le domande più serie e più vere dell'uomo trovano lì la loro risposta. Perché al centro del presepio c'è un bambino al quale fu dato il nome di Gesù, che significa: "Dio salva". Commento a cura di don Angelo Sceppacerca |