Omelia (25-12-2016) |
don Roberto Rossi |
Cammino, tenebre, luce... Abbiamo composto il biglietto con tre scene e una scritta: la foto di Amatrice distrutta dal terremoto, la foto di Qaraqoush distrutta e incendiata dalla furia dell'Isis nella persecuzione ai fratelli cristiani e la foto del nostro presepio. Nelle tenebre del mondo abbiamo bisogno di cercare, trovare, accogliere la luce: la luce di Gesù. Il Signore. La profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi - e anche dentro di noi - ci sono tenebre e luce. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l'avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere. Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, la nostra storia umana che è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse. Perché fedele, «Dio è luce, e in lui non c'è tenebra alcuna» (1 Gv 1,5). Da parte dell'umanità, invece, si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione, pace e violenza. Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l'orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi. «Chi non ama, resta nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché non conosce il senso della vita» (1 Gv 2,11). Popolo in cammino, Chiesa in uscita, Chiesa (comunità cristiana) che ama. La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l'Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo, è una persona vivente nei cieli e in mezzo a noi, è il senso della vita e della storia. In questa Notte condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: «Non temete» (Lc 2,10). Gesù ci guida nel cammino. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia, Egli è la nostra pace. Dice S. Bernardo: "Volle venire, Colui che si poteva accontentare di aiutarci". Qui sta la meravigliosa Misericordia di Dio, che ci riempie di stupore più della sua potenza! Non era necessario, ma ha voluto così, Dio Padre con Gesù suo Figlio, nell'amore dello Spirito. E' avvenuto, è accaduto come avvenimento, è qui per salvarci, l'Emmanuele, Dio con noi! Perdere lo stupore davanti a questo fatto è per noi la più grande superficialità. Siamo chiamati, con umiltà, a recuperare stupore e apertura per quello che Cristo Gesù ha fatto e fa per noi.... Volle venire.... Vuole venire, in questo Natale, per offrire a tutte le famiglie, ai piccoli e ai grandi, la gioia della sua compagnia, la luce della sua sapienza, la forza del suo amore perché diventiamo "cristiani, adulti nella fede e cittadini responsabili" verso i più bisognosi e il bene comune. "... anche se si chiude la Porta santa, rimane sempre spalancata per noi la vera porta della Misericordia, che è il Cuore di Cristo!" (papa Francesco) |