Omelia (01-01-2017) |
don Marco Pozza |
Tacerlo era diventato impossibile conoscevano solamente due cose: l'esistenza di Dio sopra le loro teste spazzolate dal vento, l'esistenza delle pecore strette ai loro piedi di pastori. Due cose che a loro bastarono per non perdersi l'appuntamento con la storia. Il giorno in cui, primi tra tutti, andarono «senza indugio» a trovare il Cristo-atteso, recarono con loro una di quelle due cose che conoscevano bene: un agnellino (liturgia della I^ domenica di Natale). L'altra - il Dio che stava sopra le loro teste - lo incontrarono nella scomodità di una grotta, per entrare nella quale fu necessario curvarsi, inginocchiarsi. Per poi andarsene incapaci di trattenere il gaudio di quella confidenza notturna: «Dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro». Dissero poche cose, quelle poche che avevano veduto-saputo: la faccia era da galantuomo, il vestito somigliava più ad un pastrano che ad una giubba, senza casa né patria. Tacerlo era dunque impossibile: «Fa piacere sentir discorrere un galantuomo, uno che ha tribolato, che è stato anche dentro, e che ha pagato in tal modo» (P. Mazzolari). Scoprirono, senza volerla trattenere, l'immensità nella debolezza. Gli elementi dello stupore sono fragilissimi, sono materia elementare: il latte, una stalla, il cielo con le sue stelle. Joseph, Maria, Jeshu: un padre, una madre e un figlio che, chiusa la porta di bottega, rimanevano sole nella camera, attorno ad un pane, ad un pugno di confidenze che la Donna - che nei secoli gli umani chiameranno (ma)donna - «custodiva meditandole nel suo cuore». Non le palesava, bensì le rivoltava nel suo cuore materno: nemmeno al Figlio le confessò, manco a Giuseppe per non stordirlo, nessun colloquio gli evangelisti raccontano esserci stato tra loro tre, nel quotidiano di quella bottega. Silenzi a tavola, condivisione di sguardi, pensieri. Il Mistero, Maria lo sa, va custodito per essere compreso: "Amalo in silenzio, Maria. Lentamente si dischiuderà al tuo cuore" le avrà sussurrato da qualche parte l'arcangelo degli annunci. L'infanzia del Figlio fu la prima cosa-custodita: non era grande, non aveva un trono, non lo chiamavano ancora Figlio dell'Altissimo. Avrebbe potuto anche dubitare, quella giovane madre all'addiaccio: sposò l'azzardo del Mistero laddove il mondo le consigliava un supplemento di spiegazioni. Dopo averlo veduto, i pastori non ce la fanno a trattenere lo stupore; dopo averlo visto nascere, Maria non ce la fa a pronunciare parola, la pur minima parola. L'annuncio detto ai quattro venti dagli umili, la riservatezza intima di una madre. A nessuno è dato conoscere ciò che produce Cristo quando lo s'incontra: «Quando non si è puliti e non si desidera divenirlo, è pericoloso accostarsi al Vangelo, per ogni motivo. Presto o tardi, si rimane confusi» (P. Mazzolari). La Grazia, se qualcuno non le s'inginocchia, non per questo arretra: «Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo». Un nome-benedetto è anche la prima benedizione dell'anno, la prima raccomandata da Dio a Mosè: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». Benedire è dire-bene di qualcuno. Il contrario della benedizione è la maledizione: dire-male di qualcuno è il maledire. Per uno che dice-male di noi, c'è un Dio che dice-bene di me, di te, di tutta l'umanità. C'è la miseria, Dio non la nasconde, nemmeno la tace: un giorno andrà à stanarla nei meandri più bui del cuore. Nel frattempo, però, fa luce sul bene che c'è: che nessuno, nel momento in cui sembrerà a tutti che il male abbia il sopravvento, possa avere il minimo dubbio che il bene sia scomparso dalla faccia della terra. La benedizione, prima di qualsiasi altra cosa, di qualsiasi altro rimprovero. Che, all'inizio di un anno, è anche un augurio: Dio ti sta cercando, Dio ti vuol trovare. Non te lo perdere, altrimenti sei perduto. Da domattina, che ognuno vada per la sua strada: che nessuno, però, possa un giorno giurare che nessuno abbia mai parlato-bene di lui. Dio, come prima cosa, dice-bene dell'uomo. Benedice. Il che non guasta all'inizio di un amore: è di questo che il Natale ci sta parlando. |