Omelia (18-05-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vita, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla." Come vivere questa Parola? Questa della vite e dei tralci è un'immagine di una plasticità ed evidenza grande. Vai sotto la pergola o nel vigneto e ti rendi conto: quei tralci che sono una cosa sola con la vite portano grappoli dorati; là una raffica di vento ha strappato un tralcio? Ecco, esso ora a terra dissecca e non darà mai frutto. "Senza di me non potete far nulla". Al contrario "in lui abbiamo la vita, il movimento, l'essere". Ogni cristiano veramente tale e a maggior ragione ogni apostolo è dunque tale in forza di questa segreta linfa' che è la vita stessa di Cristo in noi. Dico "linfa" perché si adegua perfettamente all'immagine della vite e dei tralci e perché dice questa irrorazione, questa circolazione intima che, dal di dentro, pervade tutta la vite e tutti i tralci se ad essa sono uniti. Che cosa è questa linfa e come circola in me? È la Parola stessa di Gesù che io ascolto e risuona nelle profondità del cuore attraverso il suo Spirito che mi inabita. La linfa è anche il silenzio dell'amore con cui rimango in Lui senza che le mie occupazioni mi distolgano dal mio stare con Lui, perché per amore e solo per la gloria del Padre insieme a Lui le compio. E ancora la linfa ha modo di scorrere più vitalmente in me quando io accetto di essere potata. "Ogni tralcio che porta frutto il Padre mio lo pota, lo ripulisce perché porti più frutto". Potatura non è mai essere stroncati. Resto più che mai con la vite, nella vite che è Gesù; ma ogni esuberanza inutile è tolta via, anche con necessario dolore, perché più liberamente scorra in me la linfa di Gesù. Oggi, in questa quinta domenica di Pasqua, cerco un momento fortemente contemplativo di questa realtà evangelica che esprime così efficacemente il dinamismo delle vera vita spirituale. E ripeto a lungo il verbo così caro all'evangelista dell'amore: rimanere in te, rimanere in te, Signore Gesù, rimanere... È il primato dell'interiorità! Poi pregherò: Tu sei la vera vite, io un tuo tralcio. Una cosa ti chiedo: di non allontanarmi mai da te, di accettare le necessarie potature perché la tua linfa vitale mi dia di prolungare te e i tuoi frutti di amore, tra gli uomini miei fratelli. La voce di un grande Dottore della Chiesa Le sue parole rimangono in noi, quando facciamo quanto ci ha ordinato e desideriamo quanto ci ha promesso; ma quando invece le sue parole restano, sí, nella nostra memoria, ma non se ne trova traccia nella nostra vita e nei nostri costumi, allora il tralcio non fa piú parte della vite, perché non assorbe piú la vita dalla sua radice. S. Agostino |