Omelia (22-06-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: il Maestro dice: "Dov'è la mia stanza, perché vi possa mangiare la pasqua con i miei discepoli?"

Come vivere questa Parola?
È un momento culminante nell'avventura umano-divina di Gesù. Siamo nel primo giorno degli azimi, quando s'immolava la pasqua. È durante la celebrazione di questa pasqua ebraica che Gesù celebra mangia e istituisce la prima pasqua cristiana, memoriale della sua morte e risurrezione. È interessante il fatto che l'evangelista si dilunga a descrivere la ricerca del luogo dove verrà celebrata questa specialissima pasqua, fino a farci sapere che – di fatto – i discepoli troveranno "una grande sala già pronta". Questa festa del "Corpo del Signore" mira a renderci sempre più avvertiti dell'entità misteriosa ma enormemente vitale che è l'EUCARESTIA. Quelle parole di Gesù: "Prendete, questo è il mio corpo" col gesto analogo dello spezzare e distribuire il pane diventato il "Totalmente Altro"; quelle parole: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'Alleanza, versato per molti" col gesto del far passare il calice ricolmo di un vino che ormai è realmente il sangue sparso: tutto questo è l'enormità del mistero EUCARISTICO. È il mistero della pasqua nuova. Pasqua significa passaggio; se la Pasqua ebraica era memoriale del passaggio, attraverso il deserto, alla Terra Promessa, la Pasqua di Gesù, la sua Eucaristia segna il passaggio del nuovo popolo di Dio da questa terra al Padre, attraverso l'attualizzazione della morte e risurrezione del Signore. Davvero è un memoriale colmo di divini fermenti. È dunque importantissimo che la celebrazione trovi spazio. Esternamente può trattarsi di una cattedrale o di un altarino issato nel deserto. Ma è il fatto interiore ciò che conta. All'EUCARISTIA alcuni vanno come se andassero in una merceria o dal panettiere, con disinvolta indifferenza. È tempo di trovare spazio di consapevolezza e di preparazione interiore, quando partecipiamo all'Eucaristia!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, passo del tempo possibilmente davanti al tabernacolo. E chiedo allo Spirito Santo che mi purifichi nel cuore e mi desti e mi dilati lì, nella consapevolezza del mistero ineffabile.

O Gesù, non permettere che io faccia della mia partecipazione all'Eucaristia o del mio stare davanti al tabernacolo una pia abitudine. Accendimi del tuo fuoco perché ad ogni Eucaristia più arda e meglio viva.

La voce di un grande Padre della Chiesa
Quanta gente dice oggi: «Vorrei vedere il volto di Cristo, i suoi lineamenti, le sue vesti, i suoi sandali». Ebbene, è lui che vedi, che tocchi, che mangi! Desideri vedere le sue vesti; ed è lui stesso che si dona a te non solo per esser visto, ma toccato, mangiato, accolto nel cuore. Nessuno dunque si avvicini con indifferenza o con mollezza; ma tutti vengano a lui con l'anima ardente di amore.
Giovanni Crisostomo