Commento su Mc. 7,15
"Non c'è nulla fuori dell'uomo che lo contamini entrando in lui, sono invece le cose che escono da lui a contaminarlo".
Mc. 7,15
Come vivere questa Parola?
Ancora oggi, là dove alligna La superstizione o l'ignoranza, c'è gente che pensa di nuocere alla propria anima, mangiando certi cibi e trascurando certi ritualismi magici.
La Parola di Gesù invece rasserena e apre un tracciato di libertà.
Perché io non mi dia a gozzovigliare e a desiderare appassionatamente leccornie, mi è lecito gustare un cibo buono, ben cucinato, sentirmi a mio agio quando compaiono in tavola cose appetitose. Come lodo Dio in un profumato fiore di camelia, così posso lodarlo in cuore per un bel piatto di ravioli o di lenticchie così care al biblico Esaù.
Quel che vivi e respiri con semplicità di cuore e scelta di vita sobria (perché condivisa con gli altri) è bene, e fa star bene attorno a te.
Ma Gesù denuncia con forza le parole che escono dalla bocca: sono esse a contaminare il cuore. Quando? Tutte le volte che sono offensiva, mancanti di rispetto, maligna, iraconda, sarcastica, amara, più gridato che pronunciato con senno e con amore.
Signore, dammi il "setaccio" della consapevolezza responsabile nell'uso delle parole. Niente d'iracondo, violento, offensivo esca dalla mia bocca. E non mi allinei con quanti si giustificano perché "gridano" ciò che è vero e giusto. La verità e la giustizia "urlate" sono come uno specchio d'acqua che diventa putrida.
Concedimi il tuo Santo Spirito che mi aiuti a fare delle mie parole un'espressione che sia gioia e pace per tutti.
Il Tuo Spirito spezzi in me, prima che sia pronunciata, una parola senz'amore, contraria alla pace.
La voce di scrittore
"Prendi l'abitudine di cercare il lato migliore nelle persone e nelle situazioni. Scoprirai che anche soltanto questo atteggiamento porta all'ottimismo e alla positività. E l'uno e l'altra portano alla serenità".
Paul Wilson
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org