Commento su At 13, 46-47
«Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra"».
At 13, 46-47
Come vivere questa Parola?
La festa di san Cirillo e Metodio ci riporta al tema evangelizzazione e alla storia di questa, nella nostra Europa. Due santi, due intelligenze particolari che si mettono a servizio del vangelo e scelgono di andare a vivere là dove Cristo non è conosciuto né amato. Si mettono a fianco di popoli che hanno bisogno di riconoscersi nella bellezza della loro umanità, evitando di viverne solo la dimensione di difesa aggressiva e rozza. Due interpreti dell'apertura che Cristo stesso, in san Paolo sancisce. La buona notizia era per il popolo eletto. Questi non ha orecchi per intenderla e la Parola di Dio allora si rivolge a tutte le genti, fino alle estremità della terra. Il servizio alla Parola di Cirillo e Metodio arriva addirittura a costruire un alfabeto perché quella parola possa essere scritta, letta, meditata, proclamata dalle popolazioni dell'est dell'Europa.
Esempio luminoso di come servire Dio inizi servendo l'umanità, in ogni sua dimensione e necessità.
Signore, che l'Europa intera faccia memoria delle sue radici, non per ragioni apologetiche, ma per riscoprire la sua vocazione a servire l'umanità di Cristo in ogni sua espressione.
La voce di un papa
Per noi uomini di oggi il loro apostolato possiede anche l'eloquenza di un appello ecumenico: è un invito a riedificare, nella pace della riconciliazione, l'unità che è stata gravemente incrinata dopo i tempi dei santi Cirillo e Metodio e, in primissimo luogo, l'unità tra Oriente ed Occidente.
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it