Omelia (03-03-2017)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 9, 14-15

"Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno".

Mt 9, 14-15


Come vivere questa Parola?

Chi ha incontrato Gesù ha cambiato completamente la vita, ha imparato che tutto ruota attorno a Lui, tutto viene vissuto tenendo presente le sue esigenze e i suoi interessi. Gesù Cristo è il fulcro dell'esistenza e il perno attorno al quale ruota ogni azione quotidiana. Il digiuno viene usato come strumento per farci meglio comprendere la nostra creaturalità e poterci mettere nella giusta posizione di fronte al Creatore. Il nostro digiuno non è per noi, è per lo sposo. Non è incentrato sui nostri sforzi ascetici, ma è semplicemente un'attesa del nostro sposo Gesù. Se fosse per noi cadremmo nella presunzione di crederci bravi per aver digiunato. Invece il nostro digiuno, facendoci toccare con mano il nostro essere creature limitate, rende evidente ancora, quanto siamo lontani da Colui che è la nostra gioia.


Signore, spesso il mio cuore piange, il peso delle colpe m'intristisce, la monotonia del quotidiano appiattisce i miei slanci. Aiutami a non cedere alle suggestioni del male e conservami nella gioia intima della tua presenza.


La voce di un monaco

"Quando digiuniamo siamo spinti a discernere la qualità del nostro agire, le conseguenze dei nostri atti, la violenza che immettiamo nei nostri rapporti. Per il cristiano, poi, è confessione di fede fatta con il corpo, pedagogia che porta la totalità della persona all'adorazione di Dio."

E.Bianchi


suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it