Omelia (09-02-2005)
don Girolamo Capita (giovani)


Sono in auge i reality show, dove la persona più simpatica risulta essere la persona vincente, forse non tanto per quello che è "realmente", ma per il "consenso", che riesce ad ottenere dal telespettatore con il ricorso al televoto. Anche il politico è in gamba solo se riesce ad ottenere consensi con il voto o con i vari sondaggi che ne indicano l'indice di gradimento; a volte le sue idee seppur brillanti sul piano economico, politico, sociale, non sono buone se non trovano il consenso dell'opinione pubblica, per cui si potrebbe correre il rischio di essere un "falso" politico, ossia un politico che rinunzia alle sue idee autentiche per abbracciare quelle in autentiche ma che fruttano di più. Oggi seppur rivendichiamo il nostro diritto alla privacy, la nostra autonomia e libertà, mi sembra, che lo facciamo solo come facciata al fine di farci notare dagli altri, per ottenere il loro consenso, per essere da loro stimati. Mi sembra che senza l'approvazione degli altri è come se noi non potessimo vivere, nonostante diciamo che non mi interessa ciò che l'altro pensa di me. Con questo, ho cercato di comunicarvi una verità rischiosa di oggi, quella secondo cui una persona vale se è apprezzata dagli altri, questa verità è nascosta in noi, infatti la neghiamo consapevolmente e la viviamo inconsciamente. Certo ci sono altre verità del nostro vivere, ma il vangelo di questo mercoledì delle ceneri mi induce a riflettere su questo paradosso, che ora cerco di spiegare. Al tempo di Gesù la relazione della persona con Dio, cioè la fede, non era in discussione, ne tanto meno l'esistenza di Dio. Ma alcuni vivevano la loro fede in modo inautentico, cercando di compiere le opere buone, l'elemosina, la preghiera e il digiuno, al fine di ottenere "consensi" (usando questo termine contemporaneo) dagli uomini. Così correvano il rischio di non lodare Dio, ma se stessi. L'elemosina autentica è quella che nasce dal cuore di una persona, che ricolma dell'amore di Dio, è capace di condividere con l'altro senza ulteriori motivi. Oggi la società multimediale propone gare si solidarietà, a cui partecipano molti vip, dando pubblica risonanza al personaggio di turno per l'offerta che ha fatto. Questi ottiene senz'altro il riconoscimento del pubblico e anche la sua gratificazione, e poi? Non è peregrino chiedersi se quella offerta fosse nata dal profondo del suo cuore indipendentemente da tutto. Noi sappiamo che qualora l'elemosina fosse fatta da una persona nel silenzio multimediatico, sarebbe autentica, e io sono certo, che nascerebbe dal suo cuore perché toccato dall'amore di Dio. Un discorso più difficile riguarda il digiuno e la preghiera. Mentre prima ci si sfigurava il volto per far notare agli altri che si digiunava per il Signore, e si pregava mettendosi ai primi posti nei vari luoghi di culto, per farsi notare, oggi chi digiuna e chi prega è meglio che non lo faccia sapere agli altri, anche ai propri amici, altrimenti rischia non il loro elogio ma la loro derisione. Oggi ci sono persone che vorrebbero pregare, vorrebbero partecipare alla messa, ma sono deboli, perché gli amici non lo comprenderebbero, o lo deriderebbero. Ma ci sono tanti giovani forti preché autentici, che riescono bene a pregare e a digiunare, perché convinti della loro fede, e sono testimoni di scelte autentiche peché pur non condivise dagli altri, non si lasciano influenzare. La preghiera è certamente la linfa della vita del cristiana, colui che prega cresce nell'amore di Dio. La preghiera è fatta nel segreto della propria stanza, ma anche nella gioia condivisa dello stare insieme. Il digiuno è l'amico silenzioso di ogni uomo, e in particolare del giovane cristiano. Il digiuno, la penitenza oggi non li comprendiamo perché sembra che siano privi di senso. Diciamo che non godono più del consenso di una volta. Eppure chi decide di fare un digiuno o una penitenza, se la scelta è autentica, motivata dalla fede, non si sta mortificando privandosi di qualcosa, ma si sta fortificando arricchendosi dell'amore di Dio. Il digiuno e la penitenza sono amiche dell'uomo perché lo fortificano nella sua libertà. Se mi accorgo che io amo veramente Dio, ma non gli ho dedicato mai una piccola attenzione, l'inizio della quaresima mi interroga sul perché? Sono stato preso dai miei impegni? Non ho avuto tempo? Ho sempre preferito fare altro pur avendo tempo?. Una volta risposto al perché, mi riorganizzo per stare con Dio un pochino di più, arricchendomi della sua presenza nella mia vita, e vivendo con autenticità ogni evento della mia giornata.