Omelia (14-09-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Come vivere questa Parola? Negli splendori del Tabor Gesù ha fatto intravedere la sua gloria: quella della sua resurrezione e ascensione alla destra del Padre: il futuro suo e nostro: la felicità senz'ombra. Ma subito dopo pone uno degli interrogativi più forti di cui è segnato il suo magistero. Quello che dice di lui la gente, gl'interessa relativamente. C'è altro che gli sta a cuore: "Voi (cioè voi miei intimi) chi dite che io sia? Sappiamo la centratissima risposta di Pietro: "Tu sei il Cristo", a cui, secondo l'evangelo di Matteo, segue il congratularsi di Gesù: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio" (Mt 16,17). Però a questo punto c'è da chiedersi: Di quale Cristo parla Pietro? Di fatto, appena Gesù tenta per la prima volta di precisare quello che avverrà di lui: soffrire essere rigettato da parte dei capi politici e religiosi venire ucciso, scoppia la rimostranza. Pietro è ancora troppo "acerbo" spiritualmente, non sopporta un tale iter per il suo maestro e giunge fino a rimproverarlo. Cosa che ingenera in Gesù l'aperta condanna di quel pensare e sentire di Pietro che è allineato alla mentalità mondana in aperta opposizione al piano di Dio. Eppure il momento decisivo è proprio quello in cui Gesù accetta la passione, il patibolo infame e la morte per generare la vita, una qualità di vita imperitura e divina. È così anche per noi. Scocca il momento della decisione importante in cui seguire Gesù. Scegliere la sua mentalità e il suo modo di amare comporta un distacco, una sofferenza, una dolorosa rinuncia. Spaventarsi? Retrocedere? Se la croce fossimo noi a portarla, con le sole nostre forze, certamente. Ma è Lui, è in gioco la sua grazia a realizzare un disegno di luce, nonostante la nostra debolezza. Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo e ascolto il dialogo di Gesù con Pietro e coi suoi discepoli. Sento Gesù dire a me quello che concerne la croce: un perdere la propria vita per ritrovarla in Lui. E prego per avere luce, capire in profondità e pace, fuori da oppressioni e paure. Gesù, l'idea della rinuncia, così opposta alla mentalità mondana, mi fa spesso paura. Tu illuminami e fammi capire che, nel tuo fuoco d'amore, brucio quello che è inautentico nella mia vita, trovo te crocifisso e risorto e, in te, la mia vita vera. La voce di un contemplativo e teologo del XIV secolo Moriamo per amore di Dio in questa vita, affinché dopo la resurrezione possiamo vivere nella futura; infatti se ora per amore di Cristo moriamo a noi stessi, allora regneremo con lui nella piena gioia del cielo Ludolfo di Sassonia |