Commento su Gv 10,38
«Sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre»
Gv 10,38
Come vivere questa Parola?
Nel suo discorso con i Giudei, Gesù fa appello non solo alle sue opere, ma al Padre stesso che lo ha inviato. Egli sente che ormai è prossima la sua passione, ma vuole condurre a termine l'opera per il quale il Padre lo ha mandato sulla terra.
Il suo desiderio era quello di unire gli uomini al loro Padre celeste e per questo era stato inviato sulla terra: le sue parole, le sue opere, i suoi miracoli miravano proprio a questo scopo.
Quelli che lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio, hanno accettato il suo messaggio e la sua verità, sono diventati liberi (cf Gv 8,32), sono stati sciolti dalla schiavitù del peccato e possono dirigersi prontamente alla salvezza. Soltanto il peccato ci tiene fermi e rende impossibile l'ascesa verso Dio.
Colui che crede in Gesù, ne accetta la parola, la realizza nella sua esistenza e si prepara con gioia all'incontro con Dio in ogni momento della sua vita: tramontando a questo mondo, risorge a Dio (cf Ignazio di Antiochia, Ep. ai Romani 2,2). In realtà colui che è con Dio in questa vita, continua la sua vita con Dio nel mondo dell'aldilà: l'importante è sempre essere con Dio, sia che si viva sia che si muoia.
O Signore, riconosco che tu sei Figlio di Dio e dai la vita a tutti.
La voce di un grande scienziato
"E' l'arte suprema dell'insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza".
Albert Einstein
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it