Commento su Is. 52, 2-3
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Is. 52, 2-3
Come vivere questa Parola?
In questo giorno, in cui non si celebra l'Eucaristia, la liturgia è invasa dalla Parola di Dio. Prima del racconto della Passione secondo Giovanni, ci raggiunge la profezia di Isaia attraverso il canto del Servo sofferente. Nel grande silenzio di un mondo reso orfano di speranza per la morte del Cristo, la Chiesa sottolinea mirabilmente lo sguardo che rivolge all'agnello immolato, a colui che salendo faticosamente e dolorosamente il Calvario, è giunto sul monte per compiere il suo sacrificio di amore per tutti noi. Lui, il Signore della storia, ora giace nel sepolcro, avvolto in quella Sindone che ci mostrerà, lungo i secoli, l'istantanea di un volto austero e maestoso, silenzioso e parlante. Per questo lo invochiamo: " Signore, fa' splendere su di noi il tuo Volto".
La parola del canto
Noi ti preghiamo, Uomo della Croce
Figlio e Fratello noi speriamo in Te.
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com