Commento su Mt 28,8-13
«Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: "I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo"».
Mt 28,8-13
Come vivere questa Parola?
La Chiesa, che è "Madre e Maestra", sapendo come è difficile e impegnativa la fede nella Risurrezione, moltiplica in ogni giorno di questa Ottava di Pasqua le apparizioni del Risorto per dare sempre più un'ulteriore conferma alla nostra fede pasquale. Questo ottavario è una Pasqua continua! Nel ‘lunedì dell'Angelo' il Vangelo di Matteo ci presenta il Risorto che va incontro alle donne che, recatesi al sepolcro di Gesù, lo trovano vuoto e vedono un angelo che annuncia loro la Risurrezione. E mentre esse corrono a portare l'annuncio ai discepoli, incontrano Gesù stesso che dice loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". La Galilea è la terra di ‘periferia' cara a Gesù, nella quale egli aveva iniziato la sua predicazione. Di là dovrà ripartire anche il Vangelo della Risurrezione. È questo un invito che vale per tutti i discepoli di Cristo! Ogni generazione deve raggiungere la propria Galilea per incontrare il Risorto e annunciarlo a tutti, perché tutti lo possano incontrare.
Non mancano anche oggi quelli che vorrebbero bloccare l'annuncio della Pasqua. L'Evangelista, nella seconda parte del Vangelo di oggi, narra che i capi religiosi del tempo di Gesù, spaventati dal racconto dei soldati di guardia, li corrompono con una somma di denaro a negare l'evidenza: il corpo di Gesù è stato trafugato dai discepoli mentre loro dormivano! Si tratta di due testimonianze opposte: un gruppetto di povere donne senza alcuna credibilità, contro i soldati di guardia, assai più credibili di loro. Il mondo vuole che le tomba rimanga ben sigillata, chiusa, e si serve della menzogna e della corruzione perché non si sappia mai che Egli è Risorto, che la Vita ha vinto la morte, che l'Amore ha trionfato sull'odio e la violenza.
Preghiamo con la liturgia:
«Morte e vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto,
ma ora, vivo, trionfa»
(Dalla Sequenza di Pasqua).
La voce di un Vescovo e profeta del nostro tempo
"La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto,
videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno:
una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima...
È il macigno della solitudine, della miseria
della malattia, dell'odio, della disperazione, del peccato.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno,
la fine degli incubi, l'inizio della luce"
Tonino Bello
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it