Commento su At 11, 12
Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare.
At 11, 12
Come vivere questa Parola?
Leggendo gli Atti degli Apostoli, questa settimana possiamo continuare ad approfondire la bellezza della vocazione unica ed universale dell'uomo, che è amare. Andando anche oltre le modalità un po' magiche e da chiromante che portano a pensare la vocazione come qualcosa di nascosto, misterioso ma già definito, solo da scoprire, da indovinare e azzeccare.
L'esperienza del Risorto ribalta la mente e i cuori dei discepoli e li obbliga a guardare alla realtà in modo diverso. Non c'è più la persona fisica di Gesù da seguire, ascoltare, aiutare. Non c'è più solo la notizia della morte di Gesù per cui piangere. C'è un'energia nuova che dà coraggio, fa andare oltre Gesù stesso, consola il cuore e apre occhi e mente su orizzonti nuovi. C'è lo Spirito Santo: una persona divina sconosciuta, che non soddisfa i sensi, ma spinge. San Paolo dirà "l'amore di Cristo ci spinge" (cfr Rm 12,9). È quello Spirito che qui parla a Pietro, mezzo addormentato, e lo sollecita ad andare e infrangere una delle soglie temibili di allora: entrare in casa pagana e parlare di Gesù, del Messia, del Figlio di Dio a chi non era giudeo. Pietro rimarrà sbalordito e non penserà più a puro e impuro, ma dovrà riconoscere che lo Spirito non solo muove lui e gli dà forza, ma agisce prima di lui, aprendo nuove strade alla buona notizia anche nei cuori dei non giudei. Il senso primo ed ultimo della vocazione è andare per cercare e incontrare Gesù, ovunque e in chiunque si manifesti.
Signore, fa' che anche noi senza esitazione andiamo, ci muoviamo verso gli altri, senza prediligere chi la pensa già come noi, ma lasciandoci guidare dallo Spirito che prima di noi prepara il cuore delle persone.
La voce di Papa Francesco
Gesù è unto dallo Spirito e mandato. Essere discepolo missionario significa partecipare attivamente alla missione del Cristo, che Gesù stesso descrive nella sinagoga di Nazareth: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Questa è anche la nostra missione: essere unti dallo Spirito e andare verso i fratelli ad annunciare la Parola, diventando per essi uno strumento di salvezza.
Dal discorso per la 54° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it