Commento su At 13, 27. 29-31
Gli abitanti di Gerusalemme...Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.
At 13, 27. 29-31
Come vivere questa Parola?
L'invito forte racchiuso dal kerigma (Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo) è quello di non fermarsi alla morte di Gesù ma di contemplare il mistero della resurrezione. I racconti delle apparizioni ci aiutano a dare un senso alla tomba vuota. Un corpo nuovo, una relazione diversa, un nuovo modo di vivere lo spazio e il tempo. Ma lo stesso Gesù. La stessa parola sicura e rassicurante, che infonde pace e dà energia per cambiare.
Signore, aiutaci a contemplarti, amarti e riconoscerti come il Risorto.
La voce di Papa Francesco
Dinanzi alle domande che emergono dal cuore dell'uomo e alle sfide che si levano dalla realtà, possiamo provare una sensazione di smarrimento e avvertire un deficit di energie e di speranza. C'è il rischio che la missione cristiana appaia come una mera utopia irrealizzabile o, comunque, una realtà che supera le nostre forze. Ma se contempliamo Gesù Risorto, che cammina accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-15), la nostra fiducia può essere ravvivata; in questa scena evangelica, abbiamo una vera e propria "liturgia della strada", che precede quella della Parola e del Pane spezzato e ci comunica che, in ogni nostro passo, Gesù è accanto a noi!
Dal discorso per la 54° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it