Commento su Gv. 21, 21-22; 25
«Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto.... Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: "Signore, che cosa sarà di lui?". Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi [...].
Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero state scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere».
Gv. 21, 21-22; 25
Come vivere questa Parola?
Oggi termina la lettura continua del Vangelo di Giovanni che ci ha accompagnai lungo tutto questo tempo di Pasqua. Già abbiamo sottolineato nella lectio di venerdì scorso il «seguimi» detto da Gesù a Pietro nella sua ‘seconda chiamata'. Qui gli viene ripetuto ancora una volta: «Tu seguimi!». Come abbiamo visto ieri, per Pietro si tratta di un nuovo inizio, basato su un amore più grande e più maturo di quello precedente, della ‘prima chiamata'. Pietro ha dovuto fare i conti col suo orgoglio e la sua fragilità, che dovevano portarlo fino a provare l'amarezza del triplice tradimento. Ora comprende più a fondo l'amore che Gesù ha verso di lui. Nonostante il tradimento, Gesù lo riammette alla sua sequela: «Tu seguimi!». Questa volta Pietro non oppone resistenze di nessun genere, solo si volge indietro, e scorgendo Giovanni, chiede a Gesù: "Signore, che cosa sarà di lui?". Gesù non risponde alla curiosità del suo Apostolo e gli ricorda l'unica cosa che conta: seguirlo! Questa è una grande lezione anche per noi. Solo nella sequela del Vangelo matura il vero amore verso i fratelli. Quante volte ci lasciamo travolgere da curiosità, invidie, mormorazioni, chiacchiere, tralasciando la cura disinteressata che richiede bontà e pazienza, Solo vivendo insieme col Maestro e nutrendoci della sua Parola possiamo crescere nell'amore vero verso i fratelli. Sì, anche a noi, come a Pietro, nonostante le nostre fragilità, Gesù oggi ripete: «Tu, seguimi!».
L'epilogo che conclude il Vangelo di Giovanni: «Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero state scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere», ci offre ancora una conclusione importante per la nostra vita di veri discepoli di Gesù: il Vangelo attende urgentemente di essere scritto oggi da me con la mia vita e la mia testimonianza. È il celebre Quinto Evangelo che soltanto ciascuno di noi può scrivere!
Oggi è anche la vigilia di Pentecoste. Mentre porgo gli auguri più cordiali a tutti, invito il lettore a fare sua la preghiera allo Spirito Santo riportata più sotto.
La voce della Liturgia
"Ascolta, o Dio, la tua Chiesa unita in concorde preghiera in questa santa veglia a compimento della Pasqua perenne; scenda sempre su di essa il tuo Spirito, perché illumini la mente dei fedeli e tutti i rinati nel Battesimo siano nel mondo testimoni e profeti". AMEN
Orazione dalla Messa vespertina nella Vigilia di Pentecoste
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it