Omelia (08-12-2002) |
padre Paul Devreux |
Immacolata: Lc 1,26-38 Oggi celebriamo l'immacolata; ossia una creatura libera dai condizionamenti del peccato. Nella prima lettura si parla d'Adamo, anche lui nato immacolato. Purtroppo poi soccombe alla tentazione di pensare male del suo creatore, e l'amico diventa nemico. Nascono la diffidenza e la paura di Dio. Dio domanda anche a me come a Adamo: "Dove sei?". Come reagisco a questa chiamata? Maria risponde: "Eccomi, sono la serva del Signore". Perciò la Chiesa la dichiara Immacolata, perché è riuscita a fidarsi di Dio. Siamo tutti chiamati a fidarci di Dio, diventando cosi santi e immacolati. E ' la nostra vocazione di cristiani, e la via migliore per vivere intensamente, come Maria. L'alternativa è la scelta di Adamo, e la sua conseguente vita. Riesco a fidarmi di Dio, o preferisco continuare a spiegargli come mi deve salvare, decidendo io cosa è bene e cosa è male? Alla proposta dell'angelo mi entusiasmo, o mi scandalizzo dicendo: "Non è possibile, non conosco uomo!", oppure "Non è giusto, capitano tutte a me!". Maria dice: "Com'è possibile.", a dimostrazione che anche lei è perplessa, ma rimane in ascolto e aperta ad un'eventuale proposta. Maria diventa grande perché accetta di servire il progetto di Dio, a scapito del suo. Per lei ciò che conta, non è più ne il suo progetto, ne Giuseppe, ne i genitori, ne i paesani: conta solo questo Dio che si vuole fare bambino in lei. Anche noi siamo chiamati a portare questo bambino in noi, per donarlo ai nostri fratelli. Che bello sapere di avere cosi tanto da dare, sapendo che saremo ciò che siamo riusciti a dare. |