Comento su 2 Cor 9, 7
Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
2 Cor 9, 7
Come vivere questa Parola?
L'attenzione di san Paolo, parlando ai Corinti, è ancora sul dono, sulla gratuità. Vivere una certa dimensione della povertà, scegliendola e non subendola, implica aver fatto i conti con che cosa sia il dono nella nostra vita. La capacità di dono è segno di maturità. Non conta quanto si dona, ma con quale atteggiamento interiore lo si fa. C'è chi dona per interesse, sperando di "catturare" l'altro e obbligarlo a sé. C'è chi dona per umiliare e segnare la differenza che c'è tra sé e gli altri. C'è chi dona per essere riconosciuto e accettato dagli altri. Donare gratuitamente e basta è molto difficile! Va deciso nel proprio cuore e fa fatto con gioia. Senza voltarsi indietro a vedere che effetto ha fatto! Accettando anche di essere mal interpretati, fraintesi e disprezzati.
Signore, il dono è come la nostra preghiera. Meno testimoni ha e meglio è. Più è radicata nel nostro cuore, senza ostentazioni e più è autentica! Insegnaci a pregare... insegnaci a donare.
La voce di Enzo Bianchi
Il donare non può essere sottoposto alla speranza della restituzione, di un obbligo che da esso nasce, ma lancia una chiamata, desta una responsabilità, ispira il legame sociale. Il debito dell'amore regge la logica donativa alla quale è peculiare il carattere della gratuità, l'assenza della reciprocità. Com'è vera la parola di Gesù sull'arte del dono: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra» (Mt 6,3)!
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it