Omelia (13-03-2005)
don Girolamo Capita (giovani)
Che vita e'?

Nel vangelo di questa quinta domenica di quaresima, Gesù, nel dialogo con Marta, si rivela come colui che è la risurrezione e la vita; non solo, ma afferma che chi crede in lui anche se muore, vivrà, perché chiunque vive e crede in Lui non morrà in eterno. Poi si reca alla tomba di suo fratello, morto da quattro giorni, e dopo aver pregato suo Padre grida: "Lazzaro, vieni fuori". Il fatto che Lazzaro sia morto già da quattro giorni, significa che la morte è al suo compimento, è ormai in corso il processo di decomposizione dell'organismo umano, privo di vita! Lazzaro esce dal sepolcro col corpo tutto ricoperte di fasce e bende. Allora Gesù ordina di slegarlo e di lasciarlo libero di andare. Ora faccio alcune considerazioni. Innanzitutto si nota dal vangelo che vi è una vita che definirei "umana" e una vita "eterna". La vita umana è la condizione necessaria ma non sufficiente per vivere la vita eterna. Scusate se mi sono permesso di usare un linguaggio quasi matematico, ma provo a spiegarmi meglio. Giovanni più volte nel suo vangelo parla di Gesù datore della vita eterna per chi crede in lui. Poi al capitolo 17 spiega cos'è la vita eterna. Qui nei discorsi di addio, Gesù dice: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato Gesù Cristo". La conoscenza non è si stampo occidentale, non è la conoscenza fredda e lucida della ragione umana, ma quella tipica dei semiti. Quando due semiti affermavano di conoscersi, affermavano che tra loro si era stabilita una forte relazione. La conoscenza è quella "agapica", ossia la conoscenza relazionale dell'amore che coinvolge in essa il cuore, la mente e il corpo, cioè tutta la persona. Allora la vita eterna ci è donata accogliendo nella fede Gesù come il Figlio di Dio, unigenito del Padre. Chi accoglie e dunque entra in relazione di amore col Figlio, accoglie e ama il Padre. Ma questa relazione sarà coinvolgente al punto da riconoscere nell'Amore il Figlio nei figli, in ogni persona che incontriamo, indipendentemente dalla sua origine, storia o credo. Perciò posso concludere che la vita eterna che Gesù ci dona è una vita di comunione, di amore con Dio e con gli uomini. Al contrario di quanto si possa ingenuamente pensare, per noi cristiani, la vita eterna non comincia con la morte, ma inizia col battesimo e non avrà mai fine, perché l'amore che ci unisce è più forte della morte, è eterno, è divino. Se ricordiamo l'incontro con la samaritana e con il cieco nato, allora comprendiamo di più che colui che accoglie Cristo nella sua vita, colui che crede nella sua parola, permette all'amore di Dio di "incarnarsi" nella sua vita, così che questo amore sia in lui la vera acqua, e manifesti in lui e con lui le opere di Dio. Però non può esserci l'inizio di questa "vita eterna" se Dio non ci avesse donata la vita umana. La vita umana è la vita della persona umana, non è vita in senso generico e dunque equiparabile alla vita delle piante, degli animali qualunque sia la loro specie! Perché voglio affermare questo con forza? La mia Diocesi organizza delle serate di studio e di riflessione, allo scopo di illuminare le coscienze delle persone, ma soprattutto di noi cristiani, sulla questione dei referendum riguardanti l'abolizione della legge sulla fecondazione assistita. E' chiaro che ogni legge è perfettibile, dunque essa non è la migliore a riguardo, ma quantomeno è un tentativo di evitare il caos e di porre un po' di ordine in questo campo. Io credo che ci sia troppa disinformazione, a volte voluta, per approfittare delle persone semplici o ignoranti in tale materia. Non solo, la secolarizzazione imperante appiattisce tutto nel relativismo e soggettivismo etico. La scorsa domenica partecipai ad uno di questi incontri, c'era un onorevole che sosteneva le sue tesi contro il referendum, e c'era un gruppo di giovani favorevoli, i quali a San Severo si sono già impegnati nella raccolta delle firme necessarie per proporre il referendum. Questi ultimi, tra i vari punti di critica all'onorevole e di sostegno al referendum, affermavano che la nuova cellula che si forma ("nel grembo della mamma" - l'inciso è mio), è una forma di vita, e non è vita umana. Ciò mi fece intervenire per invitarli a riflettere su tale distinzione. Insomma anche un seme di una pianta, anche la nuova cellula embrionale in un qualsiasi animale è una forma di vita, è vita. Allora c'è o non c'è una differenza con l'embrione umano. Da un seme di una pianta, che è una forma di vita, cosa ci si aspetta che germini, una pianta, un'animale o un uomo? Da un embrione umano cosa si aspetta che si sviluppi, una capra, una pianta o bimbo? Oggi neghiamo la verità all'identità dell'embrione umano e costruiamo le nostre verità. Gesù ridà la vita umana all'amico Lazzaro e la vita eterna alle sorelle che credono in Lui. Invita a lasciare libero Lazzaro. È la libertà di chi nella vita rinasce alla vita eterna. Lazzaro va, dove? Mi piace pensare che vada ad annunciare il vangelo della vita "umana ed eterna". Anche noi cristiani, ricchi dell'acqua viva, illuminati dalla Parola di Vita Eterna, abbiamo la missione di annunciare concretamente il vangelo. Gesù dona la vita! Noi cerchiamo di non essere strumento accondiscendente di quanti non riconoscendo la vita umana nell'embrione umano diventano costruttori e donatori e di morte a priori!