Omelia (15-08-2017) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Lo sprone a guardare avanti Nella contestualità piena dell'estate, mentre siamo assorbiti dai divertimenti che preludono la parte conclusiva delle ferie e il viaggio di ritorno alle varie realtà, ecco che ci si prospetta una Solennità che meriterebbe di essere considerata in tempi più appropriati e favorevoli alla riflessione. La solennità dell'Assunzione di Maria non va infatti isolata dalle altre celebrazioni pertinenti al mistero della salvezza. Come afferma Ratzinger in alcuni suoi scritti, "l'Immacolata Concezione, l'Annunciazione, la Divina Maternità e l'Assunzione sono tappe fondamentali, intimamente connesse fra di loro, con cui la Chiesa esalta e canta il glorioso destino della Madre di Dio, ma nelle quali possiamo leggere anche la nostra storia." In Maria troviamo infatti il luogo della conciliazione fra l'umano e il divino, il riferimento etico e comportamentale valido per l'uomo di tutti i tempi, lo sprone alla virtù, alla perfezione e alla santità. E nella liturgia odierna dell'Assunzione, Maria ci si propone come l'incoraggiamento alla fiducia e alla perseveranza, lo stimolo alla speranza nella promessa della gloria futura. Quando persiste nella sua fedeltà a Dio vivendo appieno la propria vocazione alla perfezione incentrato su Cristo affrontando la lotta irrinunciabile contro il peccato e la perversione, l'uomo è destinato a vincere e a trionfare. A lui è riservato il premio della gloria e della vita eterna, dopo aver esperito l'approvazione di Dio già in questa vita presente. "Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ciascuno però nel suo ordine."(1Cor 15, 23 II lettura). Siamo quindi destinati a risorgere definitivamente con Cristo nel compimento finale e all'epilogo della nostra storia e questo non può non darci lo sprone a vivere intensamente il presente, proiettati verso il futuro. Del resto, guardare alla meta finale e soffermarsi sugli ideali da raggiungere è sempre stato di ausilio a non considerare gli ostacoli e le sfide della vita presente. Non vanno mai considerati gli ostacoli e le negatività in qualsiasi proposito, ma piuttosto valorizzati i traguardi, considerando che il castello si costruisce mattone dopo mattone. E appunto Maria ci è di monito in tutto questo. Da sempre unita al Figlio suo Gesù Cristo nella lotta contro il male e nella redenzione dell'uomo, intimamente partecipe delle sofferenze espiative del Cristo sulla croce e continuamente associata a Lui nell'opera di redenzione e di salvezza, Maria si trova a lottare costantemente contro ogni sorta di negatività, ad affrontare la sfida del pericolo e dell'imprevisto, a vivere l'esperienza del dolore e delle lacrime. Nella continua sequela del Cristo Maria partecipa della difficoltà della sua missione redentrice e prima ancora, al momento dell'Annunciazione dell'Angelo, rinuncia deliberatamente alla sua sicurezza personale e alla spensieratezza propria di una giovane fanciulla, consapevole di esporsi a continui rischi per la causa del Regno di Dio. In Maria vi è costanza nella fedeltà e nella perseveranza, determinazione e risolutezza nella missione di Madre e di Prima Discepola del Signore. Tutto questo non può che conseguirle il premio della gloria definitiva, proporzionato alle sue rinunce e alle sue fatiche. Il premio della glorificazione non soltanto nella sua anima ma anche del suo corpo, che viene perseverato dalla corruzione. Un Dio munifico e riconoscente quale la nostra fede lo professa e quale si rivela nelle Scritture non manca mai di usare riconoscenza a chiunque gli mostri fedeltà, ricambiando in oro ogni singolo atto di fede e di carità nei suoi confronti. Quale ricompensa più adeguata poteva riservare allora il Munificentissimo Signore alla sua Vergine prescelta se non la completa gloria dell'Assunzione? Non sarebbe un Dio Amore assoluto se non avesse provveduto ad assumere in Cielo, Anima e Corpo, Colei che deliberatamente aveva accettato di essere la Madre del suo Verbo e in questa sua maternità aveva da sempre perseverato. Il Dogma del Pontefice Pio XII sull'Assunzione di Maria non deve quindi sorprenderci né meravigliarci, ma piuttosto incrementare in noi la motivazione e sprone alla fede e alla speranza, a guardare avanti mentre scansiamo con tenacia la zizzania che vive innestata in mezzo al grano maturo in attesa della vendemmia definitiva del Giudizio. Anche noi siamo destinati alla profusione benevola del Dio buono e divino, alla sua magnificenza che ricompensa la nostra fedeltà, in altre parole alla gloria futura, non prima della ricompensa terrena. Certamente non siamo destinati a vedere il nostro corpo glorificato congiuntamente all'anima, probabilmente non meriteremo l'Assunzione pari a quella della Madre del Signore, ma che siamo destinati alla vita piena è certo e consolidato dallo stesso evento che ha riguardato il destino della Vergine Maria. Assunta in Cielo in anima e Corpo per essere riferimento (appunto) alla nostra storia perché percorriamo i sentieri tortuosi del presente avvinti dalla certezza del domani. |